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Categoria: Progetto organico su Modica
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Indice

 

INTRODUZIONE

1.Come nasce “Addizioni”                                                                                            9

2.Postulato: la mediocrità politica è la causa del “Disastro Modica”                                  10

3.Il ruolo della classe culturale modicana                                                                     11

4.Lineamenti per una possibile risposta                                                                        12

 

Parte prima

RECENSIONI

La “Storia nascosta di Modica” a carte scoperte, di Giuseppe Nativo                                 13

Storia universale e morale individuale. Recensione a

Storia nascostadi Modica”. di Andrea Luigi Mazzola                                                      16

La Modica repubblicana (1947-2013) sotto inchiesta nel libro

“Storia nascosta di Modica”, di Domenico Pisana                                                            21

Un libro di Carmelo Modica. Storia nascosta di Modica.

Un viaggio impietoso e coraggioso, tra Don Calogeri

e Innominati, di Piergiorgio Barone                                                                            25

La “Modica repubblicana” chiede di essere storicizzata,

di Carmelo Modica (Intervento)                                                                                                         30

Nota facebook, di Giorgio Casa                                                                                   35

Comunicazione di Paolo Oddo                                                                                     36

La "Storia nascosta di Modica" vista con gli occhi di

un disincantato modicano, di Girolamo Piparo                                                             37

Riflessioni su “Storia nascosta” di Carmelo Modica,

comunicazione di Giancarlo Palazzolo                                                                         40

 

Parte seconda

ADDIZIONI

1.Classe culturale modicana

1.1.Classe culturale modicana …e “Disastro Modica”                                                 50

1.2.Scenario sociologico generale                                                                            54

1.3.Appello alla classe culturale modicana                                                                58

2.Governo Abbate: fase ultima di una degenerazione politica

2.1.Premessa                                                                                                         61

2.2.Tre vicende emblematiche, sintomatiche e probatorie                                        62

2.3.I “Due governi”: disordine, confusione o fusione?                                                            72

2.4.Il malgoverno Abbate                                                                                      75

2.5.Conclusioni: verso la bozza di un progetto                                                        78

 

Parte terza

Progetto organico

 

LINEAMENTI DI UN POSSIBILE PROGETTO

Introduzione                                                                                                           81

Delle idee forza                                                                                                      87

 

Obiettivi

 

A.Obiettivi di ordinaria amministrazione                                                          90

B.Sviluppo socio-economico                                                                                 93

B.1.Principi strutturali

B.2.Settori di intervento primari

C.Difesa e governo del territorio                                                                         98

C.1.Presupposto metodologico

C.2.Del centro storico

C.3.Traffico

C.4.Trasporto pubblico

C.5.Difesa degli ecosistemi

D Tutela e difesa della comunità                                                                         107

D.1.Tutela del cittadino modicano

D.2.Tutela sanitaria

D.3.Il Sindaco autorità locale di “Protezione civile”

D.4.Assistenza sociale alle categorie più deboli

D.5.Controllo del territorio e ordine pubblico

 

Risorse

 

E.Cultura come risorsa                                                                                          117

E.1.Sistema cultura

E.2.L’eredità dei nostri padri

E.3.Rapporto Comune - enti ed Associazioni culturali

E.4.Progetti comunali di integrazione dei programmi scolastici

E.5.Governo dei beni culturali pubblici e privati e delle

Fondazioni culturali.

E.6.Governo dello sport e dello spettacolo

F.Governo delle risorse umane                                                                            126

G.Governo delle risorse finanziarie                                                                    128

 

Strumenti e metodi di governo

H.Strumenti culturali                                                                                            129

H.1.Vocazione comprensoriale

H.2.Degli strumenti normativi per realizzare chiarezza

e certezza normativa

H.3.Della “confusione ordinamentale”

H.4.Dalla qualità del processo decisionale alla verifica dei risultati

H.5.Dalla netta separazione tra tecnica e politica

alla “con-fusione” tra politica e cultura

 

...del pensarla alla grande

 

Grandi opere e gestione dei problemi complessi                       144

 

Dei doveri dei cittadini                                                                 148

 

APPENDICE

 

Delle elezioni e dei primi cento giorni di governo                    149

 

Indice dei provvedimenti riorganizzativi e regolamentari da adottare nei primi 30 giorni di Governo                                         156

 

 

Epilogo                                                                                                                    159

Un insolito terzetto

 

 

 

 

 

 

 

 

 

INTRODUZIONE

 

1.Come nasce “Addizioni” - 2.Postulato: la mediocrità politica è la causa del “Disastro Modica” - 3.Il ruolo della classe culturale modicana  - 4.Lineamenti per una possibile risposta

 

1.Come nasce “Addizioni”. Già quando la tipografia vi consegna la prima copia del vostro libro appena stampato, in qualsiasi parte di esso lo apriate troverete immancabile, il primo refuso, il primo periodo che vi appare poco comprensibile, il concetto che andava spiegato in maniera più organica. E’ così che inevitabilmente, sul vostro computer, organizzate subito una cartella per raccogliere errori, desideri di annotazioni, chiarimenti ed integrazioni e pensate alla possibilità di una ristampa.

E’ quello che è accaduto anche a noi, solo che quando abbiamo cominciato a raccogliere, del nostro “Storia nascosta di Modica” le recensioni pubblicate sui periodici, le osservazioni, le critiche, le stroncature, le censure di amici, parenti ed avversari politici e quanto è stato detto, dai relatori, in occasione della “Presentazione” ed annotando tale materiale, abbiamo rilevato che stava venendo fuori un secondo libro più che una ristampa corretta ed annotata del primo.

A questi spunti, diciamo “fisiologici”, dobbiamo aggiungere il fatto che il nostro “Storia nascosta di Modica” ha prodotto reazioni, nella classe politico-culturale modicana, da noi severamente aggettivata, che pur non essendosi materializzate in maniera vistosa solo perché, se attuate, avrebbero fatto da cassa di risonanza alla diffusione del libello, circolano e continuano ad alimentare discussioni negli ambienti culturali modicani costringendoci ad ulteriori considerazioni e precisazioni.

Infatti, la riflessione sugli atteggiamenti mentali di questi “Fanciullacci del XXI secolo” [Ricordiamo che Bruno Fanciullacci fu il partigiano comunista che il 15 aprile 1944, con due colpi di pistola, uccise Giovanni Gentile che aveva in vita usato solo la penna.]ci hanno indotto ad integrare il concetto di “Politica culturale”, descritto nel secondo capitolo del nostro libello, cercando di meglio definire il ruolo che “la classe culturale modicana” ha avuto nella qualità dell’attività di governo della città e, quindi, dei disastrosi risultati ottenuti.

 

2.Postulato: la mediocrità politica è la causa del “Disastro Modica”. Per anni, almeno quindici, dalle colonne del mensile “Dialogo”, con un’azione costante e spesso solitaria, abbiamo cercato di analizzare la politica modicana comparando i criteri di governo e di formazione delle decisioni politiche ed amministrative semplicemente con i principi di correttezza ma principalmente con quelli del buon padre di famiglia. Questo accostamento “teorico”, nel tempo si è arricchito di un sostanzioso ed inequivocabile apparato probatorio dato dagli inconfutabili disastrosi risultati di governo realizzati. Nel volume “Storia nascosta di Modica” abbiamo reso organica l’azione pubblicistica precedente, individuando lo stretto rapporto di causa ed effetto tra una evidente mediocrità politica e gli altrettanto evidenti risultati disastrosi.

L’analisi dei risultati di (mal)governo, la “qualità” della fedina penale della politica, i profili “culturali” dei personaggi politici e, quelli organizzativi ed operativi delle naturali aggregazioni, da molti di loro realizzate in Confraternite buone a sostituire gli organi democratici per perseguire scopi di puro potere privato o di clan,  come nella ricostruzione di un identikit, ha anche dato un volto alla mediocrità politica.

La insistenza con la quale in “Storia nascosta” abbiamo utilizzato la locuzione “mediocrità politica”, merita che si precisi la portata in essa del termine “mediocrità” ed in particolare se tale mediocrità è la naturale e fisiologica espressione della “Politica” e/o di una qualità umana dei suoi cultori e dirigenti oppure è altro.

Da una rapida analisi del suo modo di manifestarsi, decidere ed agire non si può non rilevare che “la mediocrità politica” appare indiscutibile se rapportata alla incapacità di perseguire i fini istituzionali della politica stessa, mentre appare geniale se riferita ai risultati effettivamente conseguiti dal “politicare”. E’ in sostanza lo stesso risultato del delinquente in cui l’azione di violare la legge è tanto mediocre se riferita al bene, quanto è intelligente se riferita ai fini delinquenziali.

Il che fa pensare che non è una mediocrità di fondo ma una mediocrità strumentale e finalizzata ai veri obiettivi non istituzionali da conseguire.

Infatti, a noi appare strumentale far percepire la “mediocrità politica” come fisiologica e normale espressione del sistema e dell’agire della politica. In “Storia nascosta di Modica” riportiamo molti esempi di “mediocrità politica” definibile “dolosa”, sia perché certe inadeguatezze nell’azione di governo sfiorano una impossibile stupidità umana e di gruppo, sia perché quand’anche esse si volessero attribuire ad una mediocrità propria del sistema è pur vero che comunque il personaggio politico, ma anche il Movimento politico, che si fa inquinare la morale, l’intelligenza ed il buon senso dal sistema, è mediocre e senza dignità.

 

3.Il ruolo della classe culturale modicana. Questo atteggiamento mentale, seguendo tendenze nazionali ed occidentali, a Modica si è consolidato nel tempo attraverso un processo culturale che viene da lontano ed alla stabilizzazione del quale ha fortemente contribuito una classe intellettuale modicana che ha posto la sua opera e i suoi comportamenti, come l'espressione diretta di una specifica classe sociale e dei suoi interessi.

Il disastroso governo della città in questo secondo dopoguerra ha avuto termine con il compimento della sindacatura di Antonello Buscema (2013) che è il punto in cui la “discesa” si è esaurita, non perché fosse intervenuta una forza di contrasto ma semplicemente perché il sistema, fisiologicamente, non consentiva più un ulteriore degrado. La mediocrità politica si è stabilizzata a tal punto che non viene più riconosciuta come tale, dando forma e sostanza ad un clima culturale il cui livello di degrado è misurato da come la normalità viene percepita come genialità.

Quanto tempo debba trascorrere perché si avvii un processo di rigenerazione politica non è dato immaginarlo; adesso viviamo un periodo di questa fase ultima in cui, assente un’adeguata classe politica capace di indicare nuove strade, è la necessità a gestire, sociologicamente, la crisi con provvedimenti adottati solo per la gestione che le necessità vitali costringono ad adottare.

E’ in questo clima che deve maturare un’azione di rinascita politica che potrà avviarsi, però, solo con un forte contributo della classe culturale modicana solo e quando essa sarà capace di riconoscere gli errori compiuti, unico atteggiamento mentale capace di dare autorevolezza a quella necessaria mobilitazione che la classe culturale ha il dovere etico di assumere, sia nei confronti della Comunità modicana, sia come espressione naturale di una sobria dignità della condizione di intellettuale fin’ora più esibita che esercitata.

Questo è il senso di un “Appello agli intellettuali modicani” perché costoro andando oltre ogni steccato si approprino della loro ragion d’essere e con totale indipendenza di giudizio interpretino la realtà con lo scopo di sollecitare (non surrogare o sostituire) la individuazione di linee d’azione politica.

Per favorire tale processo appare necessario riacquistare anche una forma di autonomia e ribellione rispetto alla percezione che questi tempi appaiono risolvibili solo con provvedimenti e politiche di carattere nazionale, europei e globali, trascurando totalmente quanto comunque è possibile realizzare nel livello municipale.

E’ superando tale percezione, che agisce come mito incapacitante e come alibi, che è possibile avviare soluzioni più realistiche e coinvolgenti.

 

4.Lineamenti per una possibile risposta. E’ in questa fase che si presenta utile e necessario, per avviare un qualsiasi progetto di ripresa, far seguire alla presa d’atto di una “mediocrità politica” al potere, incapace di una autonoma palingenesi culturale, una forte azione culturale tesa ad interpretare, in completa indipendenza, la realtà traendo da essa i criteri da proporre. Ed è interpretando tale necessità che dalla genealogia della mediocrità politica severamente critica descritta in “Storia nascosta di Modica” vogliamo concludere questo nostro impegno individuando alcuni “Lineamenti per una possibile risposta”.

Ovviamente la nostra non vuole essere la descrizione di una versione autorizzata del futuro che, solo per questo, non sarebbe meno pretenziosa della mediocrità politica e culturale che abbiamo marcato come contrario da combattere.

Noi viviamo la consapevolezza che “Storia nascosta di Modica” sia la metafora del Comune medio italiano e l’abbiamo scritta perché siamo convinti che il livello municipale è l’approccio più efficace, quello che più di altri, nonostante la globalizzazione, può produrre efficaci risultati solo che riesca a recuperare, per quanto possibile, il senso del Governo dell’Italia dei Comuni e delle Signorie al posto della semplice azione di amministrazione cui è stato costretto dalla visione centralizzata Borbonica, Sabauda, Fascista e Repubblicana.