Pillole antitotalitarie


Della proprietà pubblica delle donne
(Il decreto del soviet di Saratoff 2 marzo 1918)
Per una ricerca del DNA comunista

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Della proprietà pubblica delle donne
(Il decreto del soviet di Saratoff)

Riproduciamo la lettera di Bepi Planelli
di Bari, apparsa nella rubrica
"Domande e risposte", a cura di
Gianna Preda, de "Il Borghese" n.37
del 10 settembre 1964.
(c.m)


Gentilissima Signora, penso possa interessare i suoi lettori il testo del decreto
emesso dal Soviet di Saratoff, nei primi tempi successivi alla rivoluzione bolscevica' che qui di seguito trascrivo.

Saratoff, 2 marzo 1918.

Questo decreto é promulgato dal Comitato rivoluzionario della città di Saratoff.
In conformità alla decisione del Soviet dei delegati dei contadini, dei soldati e degli
operai di Kronstadt, il possesso privato delle donne é abolito.
Le inuguaglianze sociali e i matrimoni legittimi hanno costituito nel passato una condizione di cose di cui la
borghesia si é servita per impossessarsi dei migliori tipi di bellezza femminile. La razza ne ha molto sofferto.
Questi i motivi che hanno determinato la nostra organizzazione a promulgare il presente decreto:


Art. 1. - Dal primo marzo il diritto di possedere delle donne dai 17 ai 32 anni é abolito.

Art. 2 - L’età delle donne sarà stabilita con l'atto di nascita, passaporti, testimonianza. In
caso di mancanza di documenti, sarà stabilita dal comitato che giudicherà dalle apparenze.


Art. 3 - Questo decreto non riguarda le donne che hanno cinque figli. Art.4 - I possessori di donne
possono godere senza aspettare il loro turno.

Art. 5. - Se il marito farà resistenza a chi volesse possedere sua moglie, perderebbe il diritto preveduto dal l 'articolo
precedente.


Art. 6.- Tutte le donne, in seguito a quest'ordine, sono affrancate e divengono proprietà dello Stato.


Art. 7. - La ripartizione e la gestione delle donne é di spettanza del Soviet di Saratoff. Nello spazio di tre
m e s i , c o m p u t a b i l i a cominciare dal giorno di pubblicazione del presente decreto, tutte le donne
debbono presentarsi al Soviet e fornire tutte le informazioni che saranno loro richieste.


Art. 8. - Fino a quando sarà formato un comitato per l'esecuzione del presente decreto, i cittadini stessi si
incaricheranno del controllo.


Art. 9. - I cittadini di sesso maschile hanno diritto di disporre d'una donna tre volte alla settimana e per tre
ore, non di più, e debbono osservare le regole che fissiamo.


Art. 10. - Ogni uomo che desidera utilizzare una donna di proprietà pubblica, deve esibire un certificato
dell'Unione professionale o del Consiglio degli operai, soldati o contadini, dal quale risulti che appartiene alla
classe operaia.


Art. 11. - I cittadini che non appartengono alle classi operaie, dovranno, per godere diritti uguali ai proletari, versare al fondo pubblico 250 rubli al mese. Art. 12.- La sede locale della Banca dello Stato é tenuta a serbare i versamenti per un
Fondo della generazione nazionale.

Art. 13. - Tutte le donne dichiarate proprietà nazionale riceveranno 575 rubli al mese.


Art. 14. - Le donne incinte sono libere da ogni dovere verso lo Stato per quattro mesi, tre prima del parto e
uno dopo. 


Art. 15.- I fanciulli che nasceranno saranno dati, all’età di un mese, all'Istituto che li alleverà ed educherà
fino all'età di 17 anni.


Art. 16. - I cittadini dei due sessi hanno l'obbligo di mantenersi sani.


Art. 17. - I colpevoli di diffusione di malattie veneree saranno tenuti responsabili dei mali che avranno causato
e puniti severamente.


Art. 18. - Le donne che perdono la sanità saranno interdette e dichiarate nemiche del popolo.


Art. 19. - II capo del Soviet s’incaricherà delle misure tecniche temporanee del presente decreto.


Art. 20. - Chiunque rifiuti di riconoscere il presente decreto sarà proclamato nemico del popolo e controrivoluzionario
e sarà responsabile del suo atteggiamento.

Il soviet e il consiglio anarchico dl Saratoff.
***
A lei, stimatissima Signora,
ogni commento.
Bepi Planelli, Bari.
17
***
Questo decreto, vecchio di quasi cinquant'anni, sembra aver perduto tutta la sue validità e persino la sua
brutalità in tempi come questi, che vedono i comunisti trasformati in papalini, clericalotti e farisei, biascicanti
preghiere, in coro con i sacerdoti, per i compagni defunti.
Ma basterebbe riandare indietro, alle radiose giornate del 1945, e ricordare i molti episodi di cui sono state
vittime le figlie, le mogli, le madri e le sorelle dei fascisti, per capire quanto illuminante e ancora valido sia quel
decreto.
E' un fatto, tuttavia, che questo nostro part i t o comunista non ha più la immorale spregiudicatezza dei
suoi antichi maestri, tanto é vero che nelle sue file, molti capi e dirigenti minori hanno stabilito una nuova e più
sintetica legge, con la quale si consente ai mariti di abbandonare le mogli anziane e di scegliere, in tutta libertà e
con il permesso del partito, donne giovani e bellocce.
Sono dunque cambiate le regole e i sistemi, ma la morale é sempre la stessa del decreto di Saratoff.
Gianna Preda


(Il Borghese n.37 del 10 settembre 1964. Rubrica "Domande e risposte" a cura di
Gianna Preda)
Finito di stampare, in proprio,
nell'ottobre del 2007

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