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Franco Antonio Belgiorno, Storie di Modica nell'era Petruzzana (29 maggio 2002 -  3 marzo 2008) pp.136 2010

 

(Dalla presentazione di Carmelo Modica)

Quando ci conoscemmo, i nostri incontri erano disagiati da un reciproco pregiudizio di fondo.

Io "Fascista" e lui di sinistra, certamente non Comunista, ma decisamente antifascista.

Ci volle molto poco per stimarci e poi divenire fraterni amici tanto che nell'ottobre del 2003 mi concesse una breve nota di presentazione a "Libri e librerie", un piccolo librettino che pubblicai allora.

Fu naturale trovare anche una intesa "politica", perchè solo gli imbecilli confondono la storia con la visione del mondo, e noi non eravamo imbecilli ed avevamo una Weltanschauung che ci accomunava in quel mondo culturale in cui le differenti posizioni ideologiche diventano motivo di serrato confronto e reciproca crescita culturale, tanto che egli, nel definirmi "il più rosso dei fascisti" da lui conosciuti, aggiunse "ma vuoi vedere che sono un po’ fascista anche io?"

L'amore per i libri  completò la nostra ormai consolidata e reciproca stima. Devo, però dire che un fortissimo catalizzatore fu la condivisa consapevolezza che con l'amministrazione Torchi stavamo vivendo un    indubbio periodo di mediocrità politica e culturale.

Fu questa condivisa consapevolezza che gli fece scrivere in poche ore il librettino "Teatro" che pubblicammo nel maggio del 2005 per donarlo ai nostri amici.

Nel maggio 2006 sul mensile Dialogo pubblicai il pezzo che riporto in coda a questa mia presentazione dal titolo: "Franco Antonio Belgiorno se lo riconosci ...".

Lui in quel tempo non leggeva Dialogo. Qualcuno gli riferì che io avevo scritto male di lui. Quando lesse l'articolo mi chiamò per complimentarsi, ma nel contempo mi sciorinò una serie di aneddoti sulla stupidità di quel “intellettuale modicano" che, leggendo solo le prime tre righe del mio articolo, si era affrettato ad     informarlo della mia "mascalzonata".

La totale sintonia avvenne per merito di "Terzo      Occhio", un modicano che, mantenendo l'anonimato, curava (e cura) una rubrica su Dialogo. Infatti, nel mese di ottobre 2006, Terzo occhio gli rivolse un saluto al quale Ciccio rispose nel mese successivo. (Anche questa corrispondenza è trascritta in coda a questa presentazione).

Nel successivo mese di aprile del 2007 gli regalai la mia "Intervista a Terzo Occhio" che lo convinse del progetto antagonista che veniva portato avanti da un Gruppo ispirato da "Terzo Occhio", il quale, fra l'altro, utilizzava la pubblicazione aperiodica del foglio di battaglia "Terzo Occhio" che veniva (e viene) "stampato in proprio" e distribuito nelle edicole oltre che inviato via e-mail a circa 1000 indirizzi.

Il "Foglio" scatenò la fantasia di Ciccio. Ci sentivamo per telefono almeno due volte al giorno e lo andavo a trovare almeno due volte la settimana. Discutemmo sulla possibilità di fondare un giornale e di pubblicare articoli su "La città" di Ragusa nel quale venne pubblicato, per suo interessamento, un articolo da me ispirato sull'azione del "Gruppo Terzo Occhio" a Modica.

In pochissimo tempo scrisse tre libelli uno dei quali, nella parte finale, riporta delle brevi agiografie che, ispirate dal foglio di battaglia sui voltagabbana, dipingono in maniera ineguagliabile alcuni personaggi della vita politica modicana. Essi vennero pubblicati per le "Edizioni Terzo Occhio", firmate "Bernaldo del Bianco".

La copertina di "Petizioni dei quartieri dimenticati", è tutta idea sua, anche se accettò la mia proposta di rendere cadente sullo stemma la corona che lui vi aveva posta diritta. Le copertine degli altri due libretti sono invece mie.

Ricordo di averlo visto particolarmente arrabbiato quando, intorno al 10 gennaio 2008, un "Signore", saccente impiegato comunale, con riferimento a quanto andava scrivendo su "La Città", "Il giornale di Sicilia", “Il giornale di Scicli” e saltuariamente anche su "Dialogo" gli disse " ...tanto siete tutti schedati ".

Anche se quel "Signore" non fece il mio nome, lui mi disse di aver avuto la precisa sensazione che con quel plurale volesse includere anche me. Scrissi dell’episodio sul mio articolo "La ‘casta’ intellettuale modicana serva del potere" pubblicato su Dialogo nel mese di febbraio 2008.

Il "Signore" telefonò alla tipografia in cui si stampava "Dialogo" minacciando querele. Aspettammo con ansia entrambi che lo facesse: inutilmente; purtroppo!

La lettura dei "libelli" provoca prima il sorriso ed in  alcuni casi il riso a crepapelle. Ma quando il riso cede il posto alla riflessione essi diventano seri, tremendamente seri.

Per meglio valutare lo spirito di Ciccio nel suo rapporto con la nostra cara Modica rimando all'attenta lettura della presentazione che il Gruppo Terzo Occhio ha premesso a ciascuno dei tre libelli pubblicati e che anche qui ho riprodotto.

 

 

Nota

L'indice dei nomi riporta nomi fantasiosi e nomignoli ai quali Bernaldo del Bianco ed il Gruppo Terzo Occhio hanno affidato l'incarico di immortalare alcuni personaggi modicani che non si è ritenuto di nominare in maniera diretta.

Alcuni soprannomi individuano con estrema chiarezza i personaggi ai quali si riferiscono, altri meno.

In tutti quei casi in cui Franco non ha voluto essere franco, sono disponibile io, per sussurrare all'orecchio di chi abbia eventuali dubbi l’identità dei personaggi cui si riferiscono gli irriverenti aneddoti.

 

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