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DIALOGO

Inizio novembre 2000

 

Carta Bianca

Finestra sul consiglio comunale di Modica e ...dintorni.

Rubrica mensile a cura di Carmelo Modica

 

A domanda rispondo

Vigili urbani ed altro.

Si è vero la smussatura del marciapiede prospiciente il Monumento ai caduti non è stata realizzata per favorire la svolta a destra  delle auto che, provenienti da Santa Maria, sono dirette in direzione di San Pietro. Essa serve per consentire il posteggio all'assessore e al consigliere comunale quando nei locali del vicino palazzo comunale studia come risolvere i problemi del traffico…

Non è assolutamente vero che il Vigile Urbano a Modica è lunatico oppure opera con favoritismi. Il Vigile Urbano è la vera vittima di un sistema assurdo ed è veramente lodevole la loro pazienza nei confronti di una utenza (noi cittadini) scostumata e maleducata e nei confronti di una classe politica che a tutto pensa tranne che a tentare di farlo lavorare meglio.

Non può essere difficile immaginare lo stress del Vigile Urbano che appena decide di intervenire per porre ordine, e comincia a scrivere, vede noi, buoni cittadini, uscire da bar e negozi del corso come uno sciame che si ricompone per riscomporsi e poi dissolversi nell'arco di un minuto, lasciando il Vigile solo a fare i conti con quel solo verbalino e con quell'unico utente che sbraita e minaccia chissà quali eventi perché il vigile non ha verbalizzato le altre cinque, dieci.. auto che in divieto di sosta e quindi contavvenzionabile come la sua si sono volatizzate.

Al Vigile Urbano la classe politica chiede di applicare la norma con intelligenza e buon senso. Gli chiede di non contravvenzionare le auto sul corso in divieto di sosta nelle ore in cui non turbano la circolazione, ma per l'accusa di omissione è il Vigile che se la deve gestire. Il politico non ha il tempo di adottare quei provvedimenti tesi a far coincidere la realtà operativa con la legalità giuridica, rivedendo la segnaletica e modificandola per liberare così il Vigile dall'ansia dell'omissione che a volte pur è necessaria. Cosa gliene può interessare al politico se nel posteggio più vicino alla piazzetta di Marina di Modica manca la segnaletica orizzontale capace di disciplinare la sosta per impedire, quello che avviene da anni, il blocco di auto: provvederà il Vigile… che ci sta a fare… Ed il Vigile provvede facendo tutto quello che può e cioè sopportare il cittadino di turno che lamenta di essere stato bloccato e di non poter, quindi, far muovere la propria auto; provvederà pure a contenere quello stato di impotenza davanti ad una giusta lamentela non potendo adottare alcun provvedimento che la mancanza di segnaletica renderebbe annullabile.

Il politico sa che non sono questi i problemi dei vigili urbani: Il Vigile Urbano ha un problema di immagine ed ecco perché il politico si sarà detto: anche se devo prestarmi i cavalli voglio il Vigile Urbano a cavallo,  e Vigile Urbano  a cavallo fu. Si sarà detto: aumentiamo le occasioni per far indossare la grande uniforme al Vigile Urbano e forse… il traffico si snellirà; che dire dell'operazione vigile di quartiere, per essa è sufficiente annunciarla. Badate non è la stessa cosa per un Vigile andare a piazza San Giovanni per anni senza alcuna dizione particolare ed andarci ora come vigile di quartiere; le cose sono alquanto diverse il Vigile Urbano non può non esserci grato per questo. La filosofia di impiego del vigile di quartiere qual è? Questo è un problema che affronteremo in una prossima occasione.

 

Intervista a Meno Rosa

Noi Le abbiamo sempre riconosciuto un costante impegno nella sua attività amministrativa, abbiamo colto e lo abbiamo esternato, un'ansia particolare, un intenso amore per la città. Condividiamo, in particolare le sue ultime dichiarazioni su quello che può definirsi un patto di desistenza tra maggioranza ed opposizione. La nostra stima potrebbe essere interpretata come un'altra desistenza se non Le chiedessimo perché questo dissenso si viene a manifestare dopo la sua esclusione dal governo della città.

 

Prima di tutto ringrazio di cuore per gli apprezzamenti positivi che mi gratificano e mi spronano a continuare su questa strada.- Detto ciò desidero cortesemente fare rilevare che le mie dichiarazioni non sono manifestazioni di un dissenso ma sono bensì un atto di accusa e di denuncia di una metodologia partitocratica concepita da pochi personaggi politici alcuni dei quali bocciati sempre dall’elettorato personaggi che io personalmente credevo non più capaci di tramare alle spalle per semplice ambizione personale. Questi personaggi stanno rioccupando i posti di un tempo rigenerando come una piovra il potere partitocratico quindi non un dissenso aposteriori ma una  forte accusa e denuncia di un modo di fare politica riesploso in questi ultimi mesi.  

 

E' vero che il passaggio tra prima e seconda repubblica è stato caratterizzato da continue migrazioni da un partito all'altro. E' pure vero, però che là dove non si è mosso l'uomo si sono mosse le sigle del partito cui si apparteneva. Si pensi all'italiano che con la tessera del partito comunista in tasca via via è divenuto PdS e Ds …. Al missino che è divenuto alleanza nazionale… Una sorte di trasfigurazione che non è risultata solo terminologica se raggiunta la posizione finale si comincia a rinnegare o a vergognarsi dell'origine. Le sue migrazioni ci sono sembrate sempre coerenti… ma come argomenta quest'ultima aggregazione all'area Di Pietro, che a nostro avviso non è con la destra perché qui c'è Berlusconi e comunque ha palesato un sistema di pensiero ed un atteggiamento che rappresenta, nella sostanza, la più retriva, conservatrice e forcaioloa delle destre ?

 

Ho combattuto il centralismo democratico le segreterie dei partiti e la partitocrazia in genere nelle espressioni più aberranti e più mortificanti della volontà popolare. I democratici dovevano essere tutto questo è scritto ancora nella costituente. Il senatore Di Pietro in tempi non sospetti ha lanciato agli aderenti l’allarme contro i pericoli di tradimento dei principi e degli ideali dei “ Democratici “ parlando di virus che si insinuava nel movimento. E’ stato un ottimo profeta ed un campione di coerenza.- Di Pietro secondo me non è ne di centro destra ne di centro sinistra ma è a fianco della gente che combatte la partitocrazia che combatte i gattopardi e l’illegalità. Basta dare uno sguardo al panorama politico attuale: a destra c’è un Berlusconi sempre più inquietante e sempre più impegnato a difendere i suoi interessi personali affiancato da tre umili servitori come Fini, Casini e Buttiglione e una mina vagante chiamata Bossi. Nel Centro sinistra sono presenti personaggi che dopo avere affossato l’Ulivo vogliono ora ricostruirlo con gli stessi personaggi che ne hanno chiesto la dichiarazione di morte ( Mastella etc,). In quanto alla affermazione che Di Pietro rappresenti “una destra retriva, conservatrice e forcaiola” credo proprio che non bisogna imitare i Democratici di sinistra con Dalema in testa per i quali Di Pietro a secondo della loro convenienza politica era prima un grande difensore dei diritti dei cittadini, della legalità e della loro sete di giustizia tanto da essere accolto ed eletto Senatore nelle loro lista e giustizialista dopo  solo per non essersi messo al loro servizio.

 

I principi della Tradizione hanno sempre contrastato la cultura progressista e comunista in particolare. La giostra dei Chiaramonte è stata soppressa per il timore che essa da semplice spettacolo rievocativo di un fatto antico, possa favorire l'avvio di una visione Tradizionale … o cos'altro?

 

La giostra dei Chiaramonte a mio giudizio è stata soppressa quest’anno perché l’Assessore competente  il prof. Barone dall’alto delle cattedre universitarie probabilmente ha ritenuto la stessa una manifestazione plebea.

 

Quali sono i provvedimenti da Lei adottati nella sua azione di governo che sopravviveranno nel tempo ?

Il riordino dei servizi cimiteriali che attraverso una regolamentazione efficace ha permesso di avviare a soluzione l’annoso problema della disponibilità di suoli e loculi cimiteriali combattendo e ridimensionando notevolmente una vergognosa speculazione radicata.- Dopo cinquanta anni progettata e finanziata la sistemazione  dei giardini della scalinata di San Giorgio e dell’Orto del Piombo, il progetto “balcone fiorito”, l’avvio della raccolta differenziata dei rifiuti ed in ultimo non meno importante un modo nuovo di porsi nei confronti dei cittadini utenti che li ha avvicinati alle istituzioni cosa in apparenza semplice ma difficile se non viene fatta col cuore perché politica e amministrazione hanno bisogno anche del cuore.-

 

Condivide il modo in cui è stata organizzata la riapertura del teatro Garibaldi nel giugno scorso ?

Sostanzialmente si anche se c’è stata qualche pecca. Il vero problema al riguardo è di sapere tenere in vita ed operativa questa magnifica struttura.

 

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A margine dell'intervista ci preme sottolineare il severo giudizio che Meno Rosa esprime nei confronti degli ex compagni (Particolarmente sintomatica ed indicativa è la visione elitaria che attribuisce al prof. Barone) che disegna un atteggiamento mentale che per anni è stato attribuito alla cultura democristiana e che ora ci consente di sfidare chiunque a dimostrare che non siamo in presenza di un partito unico che va da Dalema a Fini senza soluzione di continuità. Questa prospettiva ci fa dissentire anche dal giudizio di Meno Rosa su Di Pietro perché riteniamo tangentopoli non un attacco del bene contro il male ma uno strumento del sistema di rigenerarsi su posizioni diverse nella forma ma non nella sostanza con altri uomini e con altri potentati economici e politici. Concordiamo con Rosa sul problema di mantenere operativo il teatro Garibaldi, per quanto ci giunge all'orecchio tra non molto, forse il 2000 stesso, potrebbe iniziare un secondo ventennale di chiusura del Teatro.

 

 

Immagini

Nelle strade asfaltate ed abbandonate di campagna, l'erba ai suoi lati cresce e si protende verso il centro della strada stessa quasi a volersi unire con l'altra erba che qui e là si fa largo forzando anche le più piccole incrinature del bitume; sembra che la natura voglia assorbire e rimarginare, coprendola, quanto l'uomo con l'asfalto gli ha rubato, quasi come quel terremoto che rimette nel suo originario alveo quel fiume che l'interesse violentatore dell'uomo aveva deviato.

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La struttura molecolare della materia vede neutroni, protoni e quant'altro muoversi attorno ad un centro secondo leggi solide ed in perfetto equilibrio. Così tanti uomini con telefonini all'orecchio si muovono per le strade collegati fra loro attraverso fili invisibili, una ragnatela di fili una grande ed enorme ragnatela dove si muove un grande ragno che registra posizioni, numeri, orari….registra ma non archivia … si dice…(chiuso il 8 novembre 2000)

 

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Carta Bianca

Finestra sul consiglio comunale di Modica e ...dintorni.

Rubrica mensile a cura di Carmelo Modica

 

 

Le panchine terapeutiche: qualunque sia il loro uso, un pò di bene lo fanno sempre

… Modica non ha soldi e quindi queste sono le panchine che può permettersi… i cittadini sono tutti contenti… a lamentarsi e criticare sono i soliti … nobili (sic) e in ogni caso mi assumo per intero tutte le responsabilità per la scelta di queste panchine… queste sono costate due milioni… nessun artigiano poteva fare un prezzo del genere...; il riferimento dei due milioni è alla composizione di tre fioriere e due panchine sistemate in Piazza Principessa Maria del Belgio (per i monarchici) o piazza Garibaldi (per i repubblicani).

Queste sono le parole pronunciate dall'Assessore Scifo una mattina dello scorso mese di novembre nei pressi dell'ingresso del Comune, alle osservazioni nostre e dell'ex assessore  Meno Rosa.

Francamente l'assessore Scifo ci ha stupiti anche perché ci aveva abituato ad altri livelli di discussione: sempre sensati e mai banali. Si vede che praticare lo zoppo sta producendo i suoi risultati. Lo dimostra questa sua insofferenza alla critica, questo non volere entrare nel merito delle questioni cercando di liquidare le discussioni definendo chi scrive e critica …quei soliti buoni solo a criticare… come a dire capaci di esprimersi solo per preconcetti, una atteggiamento culturale che certamente appartiene più alla tradizione marxista che a quella cattolica e che a livello di metodo appartiene alla grande categoria del sistema della demonizzazione degli avversari secondo il quale non occorre entrare nel merito delle questioni ma accusare lo stesso di qualcosa.

Sappiamo che una cultura esclusivamente tecnica, utilitaristica e mercantile è spesso incapace di cogliere la differenza tra un prodotto costruito in serie, dalle fattezze banali e comunque di massa ed incapace di per se stesso di armonizzarsi con i luoghi, ma non possiamo sopportare l'idea di essere governati da chi anziché fare scelte politiche fa scelte basate solo sulla convenienza economica, che poi nel nostro caso non è stata neanche realizzata, perché la vecchia panchina in ferro di Piazza Matteotti, (lo abbiamo chiesto ad un artigiano modicano) costa solo settecentomila lire. Sfidiamo chiunque a voler dimostrare che l'arredo urbano, anche quello più banale, non richieda scelte politiche (se fosse solo questione di scegliere cosa costa meno non ci sarebbero bisogno né partiti né assessori).

Non possiamo non preoccuparci del trionfo di questa logica perché se diviene bello tutto ciò che costa poco esiste il reale pericolo di vederci appioppare dopo le bruttissime ed illeggibili planimetrie della città anche delle bellissime pensiline di plastica per le fermate del pullman e perché no, visto che è difficile mantenere il verde pubblico cosa c'è di meglio di alcune bellissime fioriere e fiori di plastica.

La vecchia e ormai collaudata banchina in ferro di Piazza Matteotti, noi la preferiamo a queste fragili (vedi Marina di Modica ed altre città) banchine in cemento nobilitato delle quali raccoglieremo i cocci fra non molti anni, (ulteriore elemento a vantaggio della economicità?); dobbiamo però riconoscere che la nostra panchina consente si di stare comodamente seduto normalmente e tranquillo ma nulla di più. Invece, ed è stato subito notato, le nuove panchine hanno anche effetti terapeutici perché essendo sprovviste di schienale consentono a tutti di rinforzarsi la schiena, mentre coloro che non vogliono raddrizzarsi la schiena ricorrendo al sedersi a coppie spalle contro spalle aumentano la socialità attraverso lo strusciamento delle spalle stesse: come a dire che queste panchine, qualunque sia il loro uso, un pò di bene lo fanno sempre. E poi queste banchine hanno un seppur molto lontana funzione antifascista perché mentre Mussolini minacciava di spezzare le reni le nuove panchine le raddrizzano, le fortificano e… scusate se è poco.

 

Vigili Urbani ingerenze politiche intollerabili

Finalmente un titolo che è musica per le nostre orecchie "Vigili, ingerenze politiche intollerabili" (La Sicilia del 9.11.2000). Questa frase è stata pronunciata dal segretario regionale del SULPM Nicosia.

A noi non interessa il perché e da quale assessore sono stati chiesti i verbali, infatti, non ci meraviglia la platealità della richiesta di resoconti che in ufficio organizzato sono oggetto di accurati e normalissimi mattinali, essa ci interessa perché conferma la schizofrenia con la quale la direzione politica gestisce i problemi della vigilanza e del traffico a Modica.

Essa ci interessa perché mette a nudo il problema dell'importanza della netta differenza tra indirizzo politico e comando del Corpo dei Vigili Urbani.

Essa ci interessa perché ci auguriamo che prima o poi i Vigili urbani prendano coscienza che loro possono ricevere ordini solo ed esclusivamente dai loro comandanti gerarchici diretti e da nessun altro, e che di contro il Sindaco e l'Assessore hanno la potestà di indirizzo (non comando) solo sul Comandante e su nessun altro.

Ora aspettiamo fiduciosi e con ansia il giorno in cui qualche politico (assessore o altro poco importa) che si atteggia a generale e che ubbidendo alla forte sindrome militaresca (sindrome particolarmente sviluppata in chi non ha fatto neanche il servizio militare) manifesta manie generalesche, all'ennesimo ordine si senta rispondere, dal più umile dei Vigili Urbani, con molto ma deciso e severo garbo: " …Senta Signor Assessore io prendo ordini solo ed esclusivamente dai miei superiori gerarchici, mi usi la cortesia non disturbi il mio lavoro, io sto eseguendo degli ordini sulla scorta di qualifiche che lei non ha e che lei sconosce e sui quali non ha alcun diritto di sindacato se non rivolgendosi ai miei superiori …lo faccia se ha qualcosa da ridire sul mio operato… grazie… mi scusi ma devo lavorare…"

Il giorno in cui accadrà qualcosa del genere si sentiranno rumori di catene spezzate e lamenti di arroganze morenti.

 

La normalità inizia la dove finisce la mediocrità

(Come la Giunta di Modica deve obbedire al Sindaco di Scicli)

Il parroco di Santa Maria, padre Sortino, spesso ama dire, nelle sue omelie, che l'amore inizia là dove finisce il dovere.

A noi oltre che la sintesi di un fondamento del Cristianesimo, questo principio ci richiama il centro, l'origine, ma anche un sistema di misura. Ci richiama parallelamente la necessità di un criterio che separa la normalità dalla straordinarietà, l'amministrazione dal governo.

Operando la rassegna stampa dal 10 ottobre ad oggi, della cronaca di Ragusa ci sembra che per trarne le giuste valutazioni ci è necessario recuperare il criterio di valutazione della normalità.

Leggendo, infatti, attraverso la stampa l'attività dell'Amministrazione comunale di Modica ed applicando ad essa il criterio prima individuato rileviamo che l'Amministrazione ostenta banalissimi fatti come il pagamento degli stipendi o operazioni di normalissima manutenzione come grandi operazioni di governo.

Smaltimento dei RSU, traffico, macello, piano regolatore, eliporto. Depuratore della Fiumara che sarebbero problemi adeguati per misurare la capacità di governo di una Giunta a superare il limite della normale amministrazione e che parafrasando la frase di padre Sortino consentirebbero di individuare il punto in cui finisce la mediocrità ed inizia la normalità, si trascinano, invece, da anni nella più totale assenza di decisioni che non siano quelle obbligate ed imposte dall'emergenza. Per tutte basti la incredibile situazione createsi per lo scarico del rifiuti solidi urbani nella discarica di Scicli tra ostacoli, ordinanze del Prefetto ed oneri non pagati.

Noi al posto del sindaco di Scicli, Falla ci saremmo opposti in maniera più decisa; avremmo creato le condizioni, anche coinvolgendo i concittadini, perché lo scarico avvenisse comunque, ma senza violenza avremmo preteso che avvenisse alla presenza simbolica delle forze dell'ordine per simboleggiare una violenza subita, perché il popolo di Scicli ha il diritto di non smaltire nel suo territorio i rifiuti di un comune inadempiente e latitante che si trascina il problema da anni.

Noi non avremmo dato credito all'Amministrazione di Modica né sulla puntualità dei pagamenti né sull'avviamento della raccolta differenziata. Che pena leggere tante volte in quest'ultimi anni il pomposo annuncio dell'avvio della raccolta differenziata ed ora avviarla (se sarà veramente avviata) solo perché imposta dal Sindaco di Scicli, come a dire che per scaricare chiediamo la benevola protezione della legge e del Prefetto e per la raccolta differenziata prendiamo ordini dal Sindaco di Scicli.

Per l'Eliporto ce ancora di peggio. Dimenticavamo ma l'opposizione dov'è?

 

 

Un comunista in camicia nera

Ai nostri lettori, che riteniamo orientati alla cerca di giusti orientamenti per interpretare senza faziosità la realtà, suggeriamo la lettura del libro di Arrigo Petacco, Il Comunista in camicia nera. Bombacci tra Lenin e Mussolini, Oscar storia Mondadori Milano 1996 pp.230.

Nel raccontare la vita di Nicola Bombacci fondatore e segretario del partito comunista italiano, ma sempre amico di Mussolini fino alla morte comune, l'autore evidenzia una serie di problematiche che risultano assenti dal dibattito culturale politico.

Al termine della lettura del libro si avverte la gratificazione dell'aver scoperto una prospettiva nuova ed interessante accompagnata da un intenso desiderio di ulteriore approfondimento sulle origini socialiste del fascismo, sulla storia del socialismo ma ancora più forte si avverte il dubbio che la differenza tra comunisti e socialisti è molto più profonda ed ampia di quanto in questo dopoguerra i rapporti tra i due partiti hanno lasciato intendere ed essa appare, inoltre più, culturale che di metodo o prassi.

Il libro sollecita anche un eretico desiderio, e cioè vedere nella stessa stanza socialisti, fascisti e comunisti discutere sul perché Mussolini lasciò il partito socialista, sul perché nacque dallo stesso il partito comunista.

Alcuni cenni ai rapporti tra comunisti italiani e sovietici ma anche quelli all'interno del partito comunista indicano come interessante una ricerca sulla natura vera, vorremmo dire antropologica, dell'essere comunista. Forse si scoprirebbe che certe tecniche adottate dai comunisti contro il partito socialista negli anni venti sono simili a quelle adottate recentemente contro Craxi. (chiuso il 09 dicembre 2000)

 

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