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2001

Indice

Gennaio 2001

Questa Amministrazione ha impiegato otto anni ma finalmente ci ha annunciato l'inizio del futuro

Natale: Novità dai commercianti, conferme da questa Amministrazione, delusioni dalla chiesa

Il Presepe di Santa Venera

Può esistere lo spettacolo senza la cultura?

Mauro Cavallo e le nostre Tradizioni

 Febbraio 2001

I nuovi sacerdoti della sinistra

Se non ne potete più voi, è certo che noi ci siamo rotti…

 Marzo 2001

Un ponte sullo stretto di Messina ci farebbe arrivare prima a Piazzale Fabrizio

Quale monnezza?

Un breve colloquio con il Segretario generale della CSL Tonino Frasca

 Aprile 2001

Sui vigili urbani e sul traffico

Panchine terapeutiche anche in Piazzetta Santa Maria

Occupazione del potere

 Maggio 2001

Può un fascista sentirsi tradito da un comunista?

 Giugno 2001

Teatro Garibaldi: un crollo paranormale

La plastica di Corso Umberto, i fiori di plastica al cimitero: l'uomo moderno si presenta!

Sono di plastica anche i nostri amministratori?

L'ufficio postale impari dalla Banca Agricola Popolare di Ragusa. Per i nostri amministratori è tempo perso?

Marciamo in maniera irreversibile verso una nuova dittatura.

 Ottobre 2001

Questa Amministrazione comunale di Modica non distingue il profumo dalla puzza

Teatro Garibaldi. Timore della sfiga

Questi compagni che sbagliano… sempre…

Prima la cultura

Girolamo Carpentieri ci vuole infinocchiare

 

Novembre 2001

Modicani l'anno scorso il futuro è cominciato… ma non finisce qui...

Lettera aperta ai trenta leoni di Paolo Oddo

Il terzo giorno il potere inventò le elezioni

 Dicembre 2001

Il terzo giorno il potere inventò le elezioni

Ufficio postale di Modica: le varie forme della violenza

Non una sola lira dei modicani per il monumento a Pennavaria

 

 

 

 

 

 

 

2001

 

Carta Bianca

Finestra sul consiglio comunale di Modica e ...dintorni.

Rubrica mensile a cura di Carmelo Modica

 

Questa Amministrazione ha impiegato otto anni ma finalmente ci ha annunciato l'inizio del futuro

Prima delle feste di Natale, firmato dal Sindaco e dall'Amministrazione comunale di Modica un manifesto formulava a noi Modicani gli auguri con un "Il futuro è cominciato" documentato da sei fotografie riproducenti altrettante realizzazioni.

Per prima cosa riteniamo che finalmente il Comune ha intrapreso la via della massima economia (raccoglie anche le briciole) perché questo manifesto non facendo alcun riferimento al Santo Natale potrà essere impiegato anche a Pasqua e perché no… anche nei Natali e Pasque dei prossimi otto anni perché tale è il tempo che questa Amministrazione ha impiegato per realizzare alcune delle opere nel manifesto indicate.

***

Noi non siamo abituati a togliere meriti; nel nostro caso non sarebbe neanche possibile perché per togliere meriti occorre che qualcuno ne abbia, e questa Amministrazione non ne ha.

Le uniche opere significative indicate nel manifesto sono quattro (Ex foro boario, teatro, Palazzo di giustizia, campo sportivo), ed è veramente sintomatico che per completare il manifesto questa Amministrazione non ha trovato di meglio da indicare che lo svincolo di Carpintieri ed una piazza sconosciuta a moltissimi e comunque priva di particolare pregio.

La realizzazione delle quattro opere più significative possono essere apprezzate solo se si fa riferimento alla più fallimentare mediocrità. Intendiamo chiarire, infatti, che i quattro progetti ostentati risalgono come inizio attorno al 1980 e deve essere chiaro che come tempi di realizzazione gli otto anni delle Amministrazioni Ruta sono di gran lunga superiori ai dodici anni precedenti quando la media di durata dei sindaci era di sette mesi.

Quindi cari amministratori conservate questo manifesto, perché se i modicani vorranno imbalsamarvi al potere sarà buono anche per i prossimi otto anni. Trascorso tale tempo forse ne potremo vedere uno in cui saranno riportati il macello, il piano regolatore, lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani e … poi… per completare non è difficile aggiungere tre paesaggi qualsiasi…

In otto anni anche la più banale delle Amministrazioni avrebbe fatto le stesse cose… comunque grazie lo stesso considerato che vi riconosciamo la capacità di fare peggio e non lo avete fatto… e questo si è un vero merito.

 

Natale: Novità dai commercianti, conferme da questa Amministrazione, delusioni dalla chiesa

Come tutti gli anni abbiamo assistito allo sforzo dell'Amministrazione comunale di addobbare la città per creare l'atmosfera natalizia.

Per la prima volta abbiamo visto la creazione di piccole aree di verde con alla base cartelli pubblicitari.La novità non è passata inosservata e viene in maniera egregia sintetizzata in una frase del presidente dell'Ascom Sergio Alfano che fa la differenza tra due visioni del mondo antitetiche "… noi intendiamo prendere le distanze da altri che hanno fatto delle scelte diverse quali l'utilizzo di piante e materiali non esistenti sul posto, né tantopoco quello di collocarvi dei cartelli pubblicitari …" (Natale a Modica inserto de La Sicilia del 20 dicembre 2000). Noi ci auguriamo che questa bellissima testimonianza del presidente dell'Ascom segni l'inizio di una palingenesi culturale nel modo di concepire il commercio che non può essere dominato solo dalla demonia del denaro.

Noi vorremmo aggiungere anche che non abbiamo mai compreso perché non si debba progettare un piano di verde urbano per rendere le piazze, gli slarghi e spartitraffico più belli sempre e non solo per Natale o per l'arrivo del giro d'Italia.

Ovviamente tutto ciò non ci meraviglia perché è in linea con la cultura di questa Amministrazione secondo la quale, come per le panchine terapeutiche, tutto ciò che costa poco è bello o quanto meno è buono…Immaginiamo se è gratis.

Si vede però che la cultura di questa Amministrazione trova anche proseliti se è vero, come appare vero, che nella scalinata di San Pietro sono state poste delle piante con la pubblicità sotto e nessun prelato si è lamentato, ammesso che non sia stato interpellato il responsabile della chiesa.

Questo fatto non è isolato ed a livello culturale acquista una dimensione più grave se si tiene conto che a Franco Battiato (che con la sua presenza ha creato un bellissimo movimento nel centro storico) che pure ha un grande repertorio di musica sacra è stato consentito di cantare, all'interno della chiesa di San Giorgio oltre a tante canzoni profane, la più pagana (seppure bellissima) delle composizioni attualmente in commercio "L'Era del cinghiale bianco", quando pochi anni fa alla Ricciarelli a Catania era stata impedito di cantare musica classica in chiesa perché divorziata.

Noi in altra occasione abbiamo scritto che non siamo in perfetta sintonia con lo spirito di "Vaticano II", forse non lo comprendiamo per nostri limiti interiori ma francamente non vi è nulla in queste evoluzioni e/o disattenzioni della chiesa che ci impedisce di pensare che potrà venire il tempo in cui Gesù bambino possa essere vestito da Armani e calzare sandaletti Valrosse.. E nessuno per questi pensieri si permetta di accusarci di essere blasfemi: non siamo disposti a tollerarlo.

 

Il Presepe di Santa Venera

Abbiamo visitato il presepe vivente di Santa Venera e ci siamo convinti che è la parte della città più vocata ad accoglierlo. Senza nulla togliere agli ottimi realizzatori artistici riteniamo che i luoghi hanno avuto una incidenza fondamentale nella riuscita della rappresentazione.

Molto spesso queste pigre amministrazioni comunali, nel tentativo di creare motivi di attrazione turistica copiano malamente iniziative intraprese altrove e così aumentano le sagre dell'olio e della ricotta, le fiere di vario genere (una per ogni quartiere come i mercatini rionali) perchè non richiedono consistenti finanziamenti e/o particolari sforzi amministrativi ed organizzativi e permettono ai vari amministratori di esibirle come iniziative di animazione sociale e, nei giorni di faccia tosta, come iniziative che incrementano il turismo e l'occupazione.

La prova è data dalla Giostra dei Chiaramonte sempre una scopiazzatura di altro che ha fatto la fine che con questa direzione politica non poteva non fare.

Eppure non dovrebbe essere difficile intuire che le iniziative possono attecchire solo quando esse sono espressione della cultura e della storia delle nostre genti e del suo territorio.

Questo a nostro avviso dovrebbe segnare il limite delle analisi di questo tipo che ci fa comprendere perché è stata soppressa la Giostra ad opera di una cultura politica che è l'erede di chi tempo fa proponeva di creare uno stabilimento termale a Modica, oppure creò l'Azasi che in tanti anni ha prodotto come risultato finale gli attuali ventuno impiegati dispersi, alla Fantozzi, in enormi e deserti uffici che non producono, ammesso che lo abbiano mai fatto, nulla.

Il presepe di Santa Venera ha tutti gli elementi vocazionali per superare tale limite e farlo divenire una solida espressione della comunità modicana e dei luoghi, da proporre anche nei circuiti turistici nei livelli che man mano e senza forzature degenerative, riuscirà a guadagnarsi. In questa ottica ci permettiamo di avanzare una proposta operativa:

· Il presepe di Santa Venera deve divenire un fatto culturale e quindi sottratto all'Assessore allo spettacolo ed allo sport per affidarlo a quello della cultura;

· Costituzione di un gruppo permanente di studio sul presepe che abbia come scopo di risvegliare il gusto di una appena sopita arte presepiale in un campo caratterizzato da una costante oscillazione tra religiosità e teatralità;

· Affidamento dell'approntamento del presepe ad un a delle associazioni teatrali;

· Individuazione chiara della responsabilità artistica;

· Rendere permanente e stabile nel tempo tutta la struttura e le destinazioni. Siamo decisamente contrari al presepe itinerante nei vari quartieri: sopravvivono e si affermano fino a diventare "mitici" solo le manifestazione regolate in maniera rigida;

· Trasferimento delle varie scenografie e botteghe del Museo Serafino Amabile Guastella in alcune delle grotte che fanno parte delle strutture del presepe con la previsione di una loro possibile fruizione nei tempi normali come Museo ed un loro inserimento nel sistema presepe nel periodo natalizio.

 

Può esistere lo spettacolo senza la cultura?

Le osservazioni espresse sul presepe di Santa Venera e sulle iniziative prese per creare il clima natalizio hanno una origine comune che possiamo individuare nell'assenza di una politica culturale.

L'aver separato lo spettacolo dalla cultura a livello assessoriale è di per se sufficiente a dimostrare come questa Amministrazione non abbia una politica culturale.

Avere una politica culturale significa orientare tutta l'attività artistica e culturale secondo criteri di armonia e di organicità e non si ha politica culturale quando non si realizza una direzione unitaria o quando si ha la pretesa di interessarsi del teatro e dell'università e ritenere non culturale la realizzazione del presepe di Santa Venera o la proposta di questa o quella associazione culturale.

Se non fosse così si dovrebbe pensare o che l'Assessore Carpintieri chiede orientamenti all'Assessore Barone per gli aspetti culturali delle sue iniziative o che quest'ultimo non considera degne della sua attenzione le iniziative culturali dell'Assessore Carpintieri non potendosi immaginare uno spettacolo che non sia anche e profondamente cultura.

Questa Amministrazione non ha favorito la nascita dei vari organi previsti dallo Statuto comunale che istituzionalizzano l'agire delle associazioni culturali prevedendo consulte, forum e pareri che sarebbero di grande aiuto per realizzare un progetto culturale ampio chiaro e quanto più possibile condiviso.

Tutto questo permette il proliferare di un permanente stato di conflittualità tra i vari gruppi che si interessano di cultura a Modica, ognuno dei quali cerca sponsor politici anche fuori dalla nostra Città che alimentano un clima fatto di auto-incensamenti, grandi denigrazioni, reciproche bassezze e contestazioni nel quale clima anche i migliori hanno operato pesantissime cadute di stile.

Questi scenari, piaccia o non piaccia, sono misuratori e per certi aspetti assegnano responsabilità precise all'Assessore alla cultura. Non vi è dubbio, infatti, che una direzione autorevole di una definita politica culturale non può prescindere dall'avere un preciso quadro di tutte le realtà culturali della città e delle reali potenzialità dei relativi promotori ed aderenti che consentirebbe di orientarli promovendo sinergie, evitando duplicazioni e gratificando l'attivismo di un immenso patrimonio umano secondo un progetto ben chiaro ed intrinsecamente valido (ad esempio il tabellone della stagione teatrale 2000-2001 ci sembra che lo sia).

Noi abbiamo come Assessore alla cultura un professore universitario che in tale qualità ha dimostrato una grandissima preparazione, ci dimostri ora di essere anche un ottimo promotore culturale perché non è vero che la prima qualità assorbe la seconda, come non è detto che un grande campione di calcio debba poi essere un ottimo allenatore o un ottimo direttore sportivo: sono più numerosi i casi contrari.

Non esiste un solo motivo valido perché si separi lo spettacolo dalla cultura, lo rifiuta anche la moderna organizzazione per obbiettivi che invece auspicherebbe di liberare l'Assessore alla cultura dalle responsabilità tecnico-burocratiche come la riparazione dei termosifoni di una scuola con la previsione di un assessorato per i servizi tecnologici e logistici, considerato che la riparazione di un termosifone pone gli stessi problemi a prescindere dell'assessorato di pertinenza.

Noi siamo certi che i destinatari del nostro messaggio conoscono bene il problema, avendo per anni elaborato ed attuato le tesi Gramsciane sul come perseguire e mantenere l'egemonia culturale nella società civile, dimostrino con i fatti una maggiore democrazia permettendo alle associazioni libere di dare il loro libero contributo ad una chiara e precisa politica culturale attraverso gli organi previsti dal nostro Statuto comunale, rinunciando al più utile (sempre gramscianamente) affidarsi al non istituzionalizzato che non richiede dimostrazione di coerenza e/o di finalizzazione alla luce del sole.

 

Mauro Cavallo e le nostre Tradizioni

Avevamo chiuso questa nostra carta bianca, in grandissima parte dedicata a temi culturali con il pessimismo che accompagnava la constatazione dell'assenza di una politica culturale, quando il 3 gennaio 2001 Mauro Cavallo, ci ha ricordato che la vera cultura è fuori dalla politica, deliziandoci con la recita di alcune delle sue poesie in dialetto siciliano raccolte in un volume che in quella sera veniva presentato nei locali dello studio di Via Ritiro n. 5. Presentato dal titolare dello studio Ignazio Monteleone, Mauro Cavallo, che provvedeva fra una poesia e l'altra ad inumidire la gola con un sano vino locale, ci ha fatto rivivere antichi ricordi. Mauro Cavallo scrive e recita poesie da una decina di anni. Lo conoscono i suoi amici e un discreto gruppo di persone che si sono trovate sulla sua strada negli ultimi anni.

La sua è una poesia d'istinto, dettata da pensieri, idee e impulsi vitali che vengono da lontano. Il linguaggio è carico di elementi altamente espressivi. E' una poesia, come Ignazio Monteleone ha scritto nella presentazione del libro, da ascoltare e da vedere; l'elemento dialettale non è da cercare solo nella parola ma anche nell'intonazione e nel modo di porsi al pubblico anche visivamente. Mauro Cavallo è stata una scoperta non solo per chi come noi non lo conosceva ancora. Un'altra scoperta è stata quella di vedere riunita a Modica, in un posto e in una situazione che non avevano i crismi dell'ufficialità, tanta gente e tanta gente entusiasta della serata e di questo poeta un po' naif, colto ma non erudito, che ha recitato per un paio di ore non facendo neanche affiorare l'idea di tedio che a volte accompagna serate di questo genere.(chiuso il 09 gennaio 2001)

 

 

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Carta Bianca

Finestra sul consiglio comunale di Modica e ...dintorni.

Rubrica mensile a cura di Carmelo Modica

 

I nuovi sacerdoti della sinistra

Nella nostra rubrica, di tanto in tanto, abbiamo esposto alcune riflessioni sul rapporto tra politica e religione o meglio tra ideologia e religione.

Non poteva tardare, quindi, l'accusa di topo di sagrestia che alcuni in via breve ci hanno rivolto. La cosa non ci turba minimamente sia perché conserviamo un bellissimo loro ricordo quando nella nostra gioventù le abbiamo frequentate sia perché le abbiamo sempre preferite alle case del popolo. Inoltre l'accusa non ci meraviglia perché appartiene alla cultura comunista attaccare la persona in quanto tale perché nella metafisica comunista non esiste la persona ma l'essere generico (Marx) che può essere eliminato dal comunista al potere con la violenza e dal comunista che vive la democrazia con l'insulto, ma perché l'insulto abbia efficacia è necessario che tutti i criteri del modello culturale dell'avversario vengano demonizzati o culturalmente degradati per ottenere il risultato di essere considerati almeno riprovevoli, processo che trova il suo fondamento nelle tesi Gramsciane del perseguimento dell'egemonia culturale.

Ovviamente costoro preferiscono gli insulti al ragionamento perché altrimenti dovrebbero chiedersi quale case del popolo hanno creato sana concorrenza agli oratori salesiani ed alle varie sagrestie dove sono nati piccoli teatri, animazione culturale e tant'altro. Dovrebbero chiedersi quali istituzioni laiche hanno lavorato così bene come quelle religiose a Modica ed in tutta Italia. Questa è una realtà e state sicuri che su questo argomento non sarà mai raccolto il guanto perché potrebbero opporre solo i violenti centri sociali. Altra consegna è quella di non entrare mai nel merito delle questioni ed avere sempre l'iniziativa su tutti gli argomenti compresi quelli di cui dovrebbero vergognarsi, tanto è vero che la maggior parte dei convegni sul libro nero del comunismo, scritto da comunisti, sono organizzati dalla sinistra.

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Esistono domini culturali che non possono essere sottratti alla pastorale religiosa.. Pretendere che la chiesa cattolica non si interessi dello stato della famiglia e dei grandi temi dell'aborto, del divorzio ad esso collegati è sintomo di una visione totalitaria, totalizzante e fondamentalista.

D'altra parte coloro i quali accusano in queste occasioni la chiesa di ingerenza negli affari della chiesa appartengono a quella cultura marxista che da un'attenta analisi presenta le caratteristiche di una religione fondamentalista  [(1) Nell'inno della comunista Unione delle repubbliche sovietiche era scritto "Sei unica, o terra natale protetta da Lenin. Il comunismo doveva essere la religione laica dei russi e Lenin il loro Dio]

dal momento in cui pretende dal Papa atteggiamenti e decisioni che snaturerebbero totalmente lo stesso essere cristiano.

Questo atteggiamento laico nei confronti della chiesa, a nostro avviso, mette a nudo un singolare modo di intendere la democrazia. Da un lato si definisce la democrazia come quel sistema che deve permettere un libero coagularsi attorno ad una idea politica, un progetto partitico, una visione del mondo; dall'altro si tenta di contrastare la libera manifestazione del pensiero non con argomentazioni ma con le demonizzazioni e le discriminazioni, fino al punto da non avere nulla da ridire sulla deformazione operata sulla formazione del consenso da tecniche di persuasione più o meno occulta quale l'applicazione delle tecniche di persuasione pubblicitaria alla politica ed ai candidati e ci si scatena contro il Papa perché si schiera contro la pillola del giorno dopo. Utilizzando le categorie del buon senso non si può non rilevare che questa palese contraddizione nasconde un timore. Costoro hanno paura dell'autorità del Papa e della diversa valenza che esiste tra una idea fondata sulla convinzione politica (di una politica per giunta chiaramente decaduta e decadente come quella attuale), e quella che risiede in una convinzione religiosa.

Perché un sincero democratico deve considerare non democratico il consenso attorno ad un tema quando al suo formarsi contribuisce un'autorità religiosa se in democrazia l'unico obbiettivo è quello di assumere decisioni che contrastino con il minor numero possibile di cittadini?

Se tale contributo religioso è considerato un inquinamento della democrazia, su tali temi che piaccia o non piaccia hanno un carattere esistenziale, morale e per certi versi spirituali perché non dovrebbero essere considerati inquinanti anche i contributi di altri corpi intermedi come sindacati ed associazioni, che come la chiesa non hanno alcun mandato parlamentare?

Costoro i paladini della difesa dei lavoratori non fanno nulla contro i poteri forti e gli interessi delle multinazionali che condizionano pesantemente il consenso di non più libere democrazie ed hanno da ridire sulle giustissime ingerenze della chiesa su temi spirituali.

Si possono sostenere tutte le tesi che si vogliono ma la democrazia non può impedire ai cittadini di esprimere giudizi esistenziali con forti connotati spirituali e quando lo fanno attraverso le loro strutture ecclesiastiche usano lo stesso metodo di quando gli stessi cittadini lavoratori lo fanno su temi economici attraverso i loro sindacati.

La vita dell'uomo non è fatta solo di scelte tra il ponte sullo stretto o i traghetti, tra una strada ed un ospedale, vivere è anche modo di concepire la vita, la spiritualità, la religiosità.

Questi cantori della democrazia sono gli eredi di quei costituenti che hanno scritto che "la forma repubblicana dello Stato non può essere oggetto di revisione costituzionale" come a dire che se tutti gli italiani, nessuno escluso, volessero instaurare la Monarchia non potrebbero farlo senza una violenza giuridica.

La religione nelle nazioni laiche enuncia i suoi postulati, i suoi atti di fede chiedendo l'adesione nella più totale libertà o comunque in un ambiente culturale con condizionamenti psicologici di gran lunga inferiori a quelli attuati dai politici per rimbambire ed imbonire gli italiani.

E' ora che questi atei, che vogliono praticare una religione laica ed è tale ipotizzare che il 99% di cittadini italiani dovrebbe essere accusati di attentato alla costituzione se volessero instaurare la Monarchia da quel democraticissimo 1% di repubblicani, vengano allo scoperto e ci dicano chiaro e tondo che vogliono una guerra di religione ma non è più sopportabile che gente che non crede, che non pratica la religione protesti contro il Papa se si oppone alla limitazione delle nascite e alla libertà sessuale, costoro devono assumersi il peso di essere atei veri e di conseguenza non devono pretendere che la chiesa dichiarando lecito il peccato liberi loro dai sensi di colpa.

Nota

(1) Nell'inno della comunista Unione delle repubbliche sovietiche era scritto "Sei unica, o terra natale protetta da Lenin. Il comunismo doveva essere la religione laica dei russi e Lenin il loro Dio

 

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Se non ne potete più voi, è certo che noi ci siamo rotti…

Il CCD non ne può più di questa amministrazione, lo ha scritto in un manifesto a proposito dell'aumento delle tasse sui rifiuti solidi urbani, ma anche l'amministrazione non ne può più della demagogia degli avversari ed ha affidato ad un altro manifesto questa risposta.

Noi non vogliamo entrare nel merito del democratico e popolare aumento della tassa sui rifiuti solidi urbani, (tutto ciò che fa la sinistra è sempre popolare nel senso che lo vuole il popolo) quando lo faremo, per dirla con Evola non useremo la clava ma l'arco perché si intuisce che occorre partire da lontano per chiedersi in quale maniera abbia influito nel formarsi dell'aumento la mancata soluzione della discarica, la mancata attuazione di disposizioni di legge che hanno ulteriormente appesantito l'onere a carico degli utenti, le maggiori distanze per il conferimento dei rifiuti nelle varie discariche, e così via. Non è possibile che si lasci incancrenire il problema con una spaventosa inerzia e poi quando il problema scoppia chiedere comprensione e dire che ormai il problema è questo. Il medico (Comune) che ha curato male il malato almeno per otto anni non può attribuire la colpa ai medici dell'ospedale (Regione) dove è morto il ricoverato in fin di vita.

Ma quello che ci deve preoccupare è l'inerzia sia del consiglio comunale, maggioranza ed in uguale misura opposizione, e dell'Amministrazione che non può tirarsi fuori come in parte tenta di fare dicendo che il problema è più del consiglio comunale che del Sindaco.

A noi non rimane che pagare ma sarebbe veramente bello se anche un assessore che parla sempre del bene della città (ne stiamo pensando uno in particolare) ci facesse pervenire una cronologia del fascicolo "rifiuti solidi urbani" dove, pratica per pratica, provvedimento per provvedimento, iniziativa per iniziativa ci dimostrasse tutto quel grande attivismo di governo della città nonostante il quale non è stato possibile impedire o diminuire i danni.

 

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Un libro sull'argomento. Maurizio Pallante, Le tecnologie di armonia, prefazione di Tullio Regge, Bollati Boringhieri, Milano 1994 pp.150. L'autore dopo aver contrapposto alle tecnologie di potenza le tecnologie dell'armonia quale nuovo criterio per la definizione del rapporto uomo-natura, in appendice riporta i criteri di un progetto capace di consentire agli enti pubblici di favorire lo sviluppo di tecnologie che consentono di ridurre l'impatto ambientale con preciso riferimento ad una esperienza vissuta dall'autore stesso nella sua qualità di assessore all'ecologia e all'energia del comune di Rivoli (Torino) dove è stato realizzato un impianto di smaltimento dei rifiuti solidi urbani che prevede la vendita di energia elettrica all'ENEL e compost per l'agricoltura.

I nostri immobili amministratori invocano per Modica sempre il suo ruolo di città comprensoriale, ma aldilà di certi livelli che gli ha attribuito la storia ci vogliono costoro indicare un solo motivo, a livello di capacità di iniziativa e realizzazioni perché per esempio Scicli ci dovrebbe stare appresso? Ma noi siamo cinquantamila! Ma allora il numero è potenza? (chiuso il 11 febbraio 2001)

 

 

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Carta Bianca

Finestra sul consiglio comunale di Modica e ...dintorni.

Rubrica mensile a cura di Carmelo Modica

Un ponte sullo stretto di Messina ci farebbe arrivare prima a Piazzale Fabrizio

A leggere dell'unanimità che esiste attorno alla realizzazione del ponte sullo stretto di Messina sembra che i 60 minuti circa di tempo in più che il viandante da Villa San Giovanni impiega per raggiungere L'Istituto professionale "Grimaldi" di Modica in Piazzale Fabrizio sembrano gli unici "di troppo" a quel incredibile stuolo di studiosi, onorevoli e senatori che in quell'Istituto si sono dati appuntamento per "adottare" il Ponte (La Sicilia del 12 gennaio 2001).

Costoro facendo riferimento alla provincia iblea in particolare, dopo ampia discussione hanno sottoscritto il presente documento:

I convenuti:

Vista l'avvenuta realizzazione dell'aeroporto di Comiso;

Vista l'avvenuta realizzazione dell'autostrada Siracusa Gela;

Visto l'avvenuto potenziamento delle ferrovie , con il raddoppio delle linee ferrate, la riapertura di tutte le stazioni ferroviarie ed il ripristino della vecchia linea Vittoria-Roma alla quale si è aggiunta anche la Ragusa-Milano, linee ormai tutte elettrificate e raddoppiate ;

Vista l'avvenuto raccordo intermodale tra i porti ed il sistema di trasporto terrestre sia ferroviario che autostradale;

Visto che analogo potenziamento è avvenuto anche per le provincie interne e più periferiche della regione;

Visto che la Sicilia grazie all'efficienza dei trasporti interni è invasa dai turisti 12 mesi l'anno e che tutte le risorse naturali e culturali dell'isola sono disponibili e facilmente fruibili, tanto che c'è il pericolo che i turisti possono annoiarsi e che quindi il ponte potrebbe essere una ulteriore attrattiva.

Dichiarano con estrema fermezza

Non poter ulteriormente sopportare questa perdita di tempo nell'attraversamento dello stretto di Messina.

 

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A noi sembra che, nelle attuali condizioni, realizzare il ponte sullo stretto sia fuori da ogni logica economica, spendere tanti soldi per guadagnare 60 minuti (sappiamo che non si guadagna solo questo) quando con molto meno si possono guadagnare ore ed ore nei movimenti interni alla Sicilia, allora cosa spinge a proporre una simile realizzazione? Vogliamo fare una analisi costi benefici in tal senso?

Noi siamo del parere che la spinta verso questa insensatezza sia per buona parte banale: basta che un politico proponga la realizzazione del ponte che l'altro subito, per non farsi superare, l'appoggi e la proponga in termini più veri (una sorta di a chi la spara più grossa). Una seconda motivazione invece è culturale, più profonda e più furba ed è di classe politica: coprire o annebbiare la mediocrità dimostrata con l'incapacità a migliorare i trasporti "dentro" la Sicilia, con il genio e la grandezza insita nella proposta di un'opera maestosa come il ponte sullo stretto.

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Noi non riteniamo che questa classe politica, per certi versi sarebbe forse meglio dire questa concezione politica, possa ispirare una progettualità di questo tipo, lo ha scritto Portoghesi in maniera chiara lo ha fatto capire Zecchi nel suo artista disarmato.

Giorni fa sul corso abbiamo chiesto ad alcuni amici: cosa realizzereste a Monte Serrato capace di divenire simbolo dei nostri tempi e con una carica evocativa per i nostri eredi simile a quella che i nostri padri hanno lasciato a noi con il Castello dei Conti di Modica dalla parte opposta? 

Varie le risposte, compresa quella saggia di lasciare le cose come sono: groviglio di antenne. Passava in quel momento un nostro stimatissimo concittadino che sentita la domanda ci lasciava velocemente suggerendo perentorio e con decisione: un grandissimo s…… di 30 metri.

 

Quale monnezza?

 

Noi riteniamo che le cronologie siano lo strumento più valido per individuare, nei procedimenti amministrativi, tempi e responsabilità. Una cronologia è riprodotta in un grandissimo tabellone davanti alla facciata della basilica di Noto. Essa consente a tutti i cittadini in ogni periodo di sapere in quel momento chi è il responsabile dell'eventuale dolce non far niente.

Qui di seguito abbiamo deciso di parlare dei rifiuti solidi urbani di Modica con una cronologia realizzata sulla scorta delle notizie pubblicate dalla La Sicilia dal 11 gennaio al 7 febbraio. I corsivi sono nostri:

11 gennaio. Tutto comincia perché il Comune di Modica ha notificato ai cittadini un aumento del 54% della tassa RSU. Non esisteva nulla che potesse far prevedere ai nostri politicanti una simile  conclusione.

17 gennaio Meno Rosa ex assessore attribuisce ad alcuni consiglieri comunali la responsabilità dell'aumento della RSU per non aver scelto tra gli otto siti da lui proposti quando era assessore. Non sarebbe stato corretto dimettersi per tale motivo anziché aspettare di essere cacciato per tirare fuori tutte le magagne?

26 gennaio. Il consiglio comunale di Scicli disapprova lo scarico dei rifiuti modicani e si riserva di coinvolgere la cittadinanza. Peccato che quella non è un'amministrazione del polo sarebbe bastato dire: eccoli i soliti fascisti..

28 gennaio. Il Sindaco di Scicli, con l'appoggio del suo consiglio comunale, chiude i cancelli della discarica ai camion di Modica perché non hanno pagato le fatture. Il Comune di Modica para la botta dicendo che ha smarrito le fatture. Qualcuno vuole dire che non siamo geniali?

31 gennaio. Il Comune di Modica paga 187 milioni dei novecento che deve ed il Sindaco di Scicli riapre i cancelli. Con l'occasione il Comune di Modica lamenta che il prezzo è alto.  Che stile. Ci si accorda e poi al momento del pagamento ci si lamenta del prezzo alto. Come a dire che al momento della convenzione o ci stavano fregando o avevamo in mente di non pagare.

2 febbraio. I sindacati, con molto senso di responsabilità, chiedono al Sindaco di individuare un possibile sito provvisorio per evitare un ulteriore incremento dei costi. Il Sindaco accetta. Come poteva il sistema Comune pensare una cosa del genere considerato che era una proposta completamente nuova ed innovativa?

7 febbraio, Il Sindaco di Modica trasmette al Consiglio comunale l'elenco di otto possibili siti per scegliere tra essi un sito provvisorio. E qui chiudiamo il cerchio perché è la stessa proposta fatta tempo fa dall'assessore Rosa, possiamo cominciare daccapo! Ma il cerchio, occorre dire non si è chiuso con dentro uno spreco di anni, perché vi è  una novità. Pare che alcuni partiti pensano di utilizzare una petizione popolare per scegliere il sito che seppure provvisorio tutti sanno che si tratterebbe di una provvisorietà  permanente. Ovviamente chi dovesse ritenere che si fa ricorso ad una petizione (o referendum) popolare perché l'Amministrazione di Modica è incapace di adottare una decisione sa di dire chiaramente il falso perché questa Amministrazione ha dato sufficienti prove di decisionismo (un vero e proprio "lampa e stampa" in tutte le cose) ed ora vuole anche dare una ulteriore prova di autentica democrazia.

I verdi criticano il Sindaco di Scicli per la chiusura dei cancelli della sua discarica. Ovviamente si tratta dei verdi di Modica che in qualche modo sono in giunta, perché quelli di Scicli, invece, sono contentissimi di ricevere nel loro territorio i rifiuti dei modicani specie quando constatano che l'Amministrazione di Modica ha per ben otto anni tenuto il problema in evidenza (e c'è riuscita) e tutto, ma veramente tutto, è stato fatto per risolverlo… ma chi si poteva immaginare tanta  sfortuna?.

 

Un breve colloquio con il Segretario generale della CSL Tonino Frasca

Per fare il punto della situazione sull’economia e l’occupazione della provincia di Ragusa abbiamo avuto un colloquio con il Segretario Generale della Cisl Tonino Frasca che si è detto convinto che il sindacato ha necessità di riadeguare il suo ruolo  ad una situazione completamente diversa che parte dalla  dell’esigenza di puntare su nuovi contesti di lavoro, incominciando dalle risorse di cui dispone il  territorio ibleo come i beni culturali , il turismo e le attività connesse , da gestire in tandem mediante società composte da soggetti pubblici e privati .Il problema del lavoro - ha aggiunto - deve essere la vera sfida dei prossimi mesi - , tenuto conto che – il tasso di disoccupazione ha ormai raggiunto livelli drammatici -, per cui – migliaia di lavoratori vivono momenti difficili.

Il Dirigente cislino fa presente , in particolare, che – nel nostro territorio esistono i disoccupati, ma manca il lavoro -, e rileva che occorre combattere anche contro chi pensa che sia possibile , ancora una volta, spostare migliaia di lavoratori dal sud al nord del Paese , là dove esiste il lavoro.

Frasca è convinto invece che – occorre una stagione di impegno eccezionale , un “patto” per attirare gli investimenti produttivi che consentono di aprire quel circolo virtuoso dell’economia che crea “ nuovi lavori”, sottolineando che “è necessario rendere interessante questo territorio dal punto di vista turistico , valorizzando i beni culturali di questa provincia , incentivando la nascita di “micro- imprese”    pubblico – private per renderli fruibili,-. Ponendo in tale direzione – a livello di priorità la vertenza trasporti, in maniera unitaria, perché è nei collegamenti e nella loro rapidità ed affidabilità che si gioca il futuro di questo territorio-.

Sotto l’aspetto strategico, Frasca considera – anche necessario un cambiamento di cultura con un sindacato che deve avere il coraggio di contrattare forme di flessibilità di orario e salario , quando un imprenditore si dimostra disposto ad investire per creare nuova occupazione -. Considerato oltretutto che quest’ultima – esige che le strutture scolastiche siano adeguate alle esigenze del mondo del lavoro-. In buona sostanza – il sindacato deve farsi carico di quelle nuove povertà  che “colpiscono soprattutto  le nuove generazioni ma anche quanti hanno perso un posto di lavoro e non trovano più occasioni di occupazione.

Ma  quali sono le linee guida nell’azione del sindacato?.

R: - da tempo stiamo tentando di far crescere la consapevolezza che è possibile ridisegnare un nuovo sviluppo del territorio, se tutti i soggetti di questa società fanno la propria parte; dare ai tanti giovani e ai disoccupati la fiducia, la speranza e la consapevolezza che possiamo farcela e superare queste difficoltà..

Un lavoro sinergico del mondo imprenditoriale, dei soggetti sociali e delle istituzioni locali , è la condizione indispensabile per cambiare e guidare le trasformazioni.

Dal Congresso della Cisl ragusana del 97 è venuta fuori una proposta di percorsi possibili per realizzare quanto affermato.  Su questi obiettivi ci stiamo muovendo con l’intento di difendere i posti di lavoro e  per crearne altri.

D: - Il Patto Territoriale. Questo strumento è valido oppure ha esaurito la sua funzione propagandistica?

R: - In tanti nel passato hanno lamentato un sistema di programmazione centralista che penalizzava e travolgeva le vocazioni di un territorio o il più delle volte dimenticava aree geografiche del Paese.

I percorsi sin qui compiuti hanno lasciato tanta amarezza per il non avere capito fino in fondo l’importanza di una programmazione dal basso dello sviluppo del territorio, qual è appunto lo strumento del Patto Territoriale.

In molti hanno lavorato sin dal primo giorno per distruggere quanto veniva fatto il giorno prima.

Va detto che le risposte dei tanti imprenditori hanno evidenziato la voglia di fare impresa a Ragusa.

Comunque, alla fine , pur se in maniera ridotta e con tantissimo ritardo il Patto Territoriale vedrà il via.

D: - Per il Patto Territoriale quale potrebbe essere una strada percorribile?

R: - Senza dubbio quella di accelerare i tempi per portare a compimento i progetti rimasti. Costituire subito la società di gestione del Patto con una assunzione seria di responsabilità delle istituzioni.

D: - Le  infrastrutture. Quale il contributo che il sindacato può dare?

R: - Abbiamo elaborato una proposta unitaria che è stata presentata nel dicembre 96 in un apposito convegno interprovinciale e consegnata al Presidente della Regione Siciliana.

Ci stiamo sforzando di sollecitare a tutti i livelli istituzionali un’azione forte che dia finalmente l’impulso necessario.

D: - Quali sono le iniziative che la Cisl di Ragusa intende attuare nei prossimi mesi?

R: - La Cisl ragusana presenterà una nuova proposta di azioni possibili per affrontare i problemi dei lavoratori e dei disoccupati e per dare un segnale forte, la nostra iniziativa vedrà la partecipazione della Segreteria nazionale della Cisl.

In questa ottica ci impegneremo affinchè l’ENI non consideri la provincia di Ragusa estremo lembo di questa Italia, perché essere al centro del Mediterraneo deve essere elemento di sviluppo.

Crisi dell’occupazione e ricerca di “nuovo” lavoro restano i termini della sfida con la quale deve fare i conti il movimento sindacale ibleo che , al di là delle vertenze lasciate ancora aperte prima della pausa estiva ( Ibla SpA ), deve anche individuare una strategia di risposta alla crescente ed insoddisfatta domanda di lavoro che c’è in provincia, soprattutto tra le fasce dei soggetti in cerca di prima occupazione.

Un’ipotesi di soluzione che non può limitarsi alle soluzioni tradizionali, anche perché si ha a che fare con i grandi numeri, specie per coloro che finora non sono riusciti nemmeno ad entrare nel mercato del lavoro. (chiuso il 10 marzo 2001)

 

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Rubrica mensile a cura di Carmelo Modica

Sui vigili urbani e sul traffico

Molto spesso i nostri amministratori quando vengono rimproverati sugli scarsi risultati della loro azione amministrativa si rifugiano sempre o quasi con nell'assenza di finanziamenti e poi magari si scopre che si acquistano delle panchine decisamente più brutte e più costose di quelle che potevano essere costruite dai nostri artigiani, ma si dice che "Modica non può permettersi altro".

Alcuni hanno osservato che il problema delle panchine è secondario e per certi versi si potrebbe condividere solo se non fosse vero che le panchine sono la manifestazione esteriore di un modo di essere. Sono tante le malattie mortali che si manifestano con poco appariscenti sintomi.

Una tale posizione nei nostri politici potrebbe avere una qualche possibilità di successo se costoro potessero dimostrare che tutti i problemi che non richiedono soldi o comunque scarse risorse disponibilità finanziarie sono tutti risolti o in avviato stadio di soluzione o almeno si stanno studiando.

Vogliamo per esempio verificare i tempi della burocrazia comunale in tutti i suoi rapporti con i cittadini e veder in quale maniera il magnifico estro dei nostri politici si è espresso e realizzato abbreviando i tempi e snellendo le procedure?

C'entrano molto le scarse risorse finanziarie sul modo di concepire l'impiego del Vigile Urbano?

E' veramente velleitario pensare di mettere mano al problema del traffico senza coinvolgere l'educazione del cittadino e facendo ricorso solo ed esclusivamente al vigile urbano. Infatti, il vigile urbano viene visto dall'Amministrazione come il surrogato generale di ogni problema che in qualche modo interessa il traffico: così abbiamo il vigile posteggiatore, il vigile transenna… ma anche, (esclusiva modicana) il vigile paletto: tale lo proposero alcuni quando lo volevano porre al posto del paletto di via Grimaldi quando l'allora ottimo assessore Carmela Giannì voleva rendere effettivo il divieto di transito in tale via.

Il pensare al vigile urbano come surrogato persino di un paletto non fa indagare né sull'opportunità di nuove soluzioni né sull'uso di accorgimenti pratici, fino a fare l'abitudine a tutto ed alla fine diviene tutto schizofrenico se è vero che il caos è dappertutto la dove non esiste spazio (ex tribunale con vigile posteggiatore) e dove ne esiste troppo, tratto Santa Maria Inizio via Quasimodo.

Da questa cultura deriva:

∑    Il mancato utilizzo (e quindi lo spreco di denaro pubblico) del parcheggio di Viale medaglie d'oro;

∑    L'assenza di decisioni sull'esperimento della rotatoria provvisoria del motel Agip. Lo scollamento tra questa rotatoria ed il divieto di invertire la marcia per chi proviene dallo Stretto nella rotatoria di piazza Monumento non completato dal divieto di invertire la marcia  in via Marchesa Tedeschi e corso Umberto da piazza monumento alla rotatoria provvisoria, tanto che gli utenti non potendo invertire la marcia in piazza monumento andavano più avanti o all'altezza di Santa Maria o all'altezza di San Pietro trasferendo in tali aree il caos che si tentava di togliere da piazza Monumento. Giustamente i Vigili urbani con molta saggezza ora stanno tollerando tale inversione perché crea meno confusione. Ovviamente in attesa di qualcuno che alzando male la mattina pretende poi l'applicazione di un divieto ancora vigente;

∑    La evidente mancanza di un organico studio del traffico, tanto è vero che non vengono avviati a soluzione gli ottimi suggerimenti operativi e di immediata attuazione dell'ingegnere Ciuffini del quale non finiremo mai di parlarne bene;

E' veramente penoso constatare, parlando con questi politicanti di mestiere, come per coprire la loro mediocrità organizzativa, per il traffico richiamano la particolare natura della nostra città da un punto di vista orografico reclamando la necessità di creare una via alternativa a Corso Umberto (come se la responsabilità per il suo studio e realizzazione fosse di altri) e nelle more che venga tale via alternativa, non utilizzano gli strumenti meno radicali e comunque disponibili. Ci sembra di essere di fronte ad un mito incapacitante: da un lato la incapacità di concepire grandi soluzioni, incapacità di pensarla alla grande e di proiettarsi oltre la loro stessa esistenza e dall'altro rinuncia ed incapacità di attuare il possibile. E come colui che in attesa di avere la Mercedes non utilizza la fiat uno di cui già dispone.

Costoro sono senza attenuanti perché se il Conte Cabrera non conoscendo ancora l'automobile è uno dei responsabile del caos di Corso Umberto, questa classe politica ha creato, conoscendo l'automobile, un bordello ancora maggiore in via Sacro Cuore ed i tutta la contrada Sorda".

E' un problema di soldi tutto questo? e non è sospetto questo verificare che si è disposti a realizzare solo ciò che richiede investimenti?

Quando diciamo questo lo diciamo nella convinzione che questa amministrazione di sinistra non ha alcuna soluzione di continuità con tutte le amministrazioni democristiane delle quali ne ha persino continuato il lento e graduale peggioramento fino a farle rimpiangere. Stanno maturando i tempi per farci gridare: rivogliamo la Democrazia Cristiana.

 

Panchine terapeutiche anche in Piazzetta Santa Maria

Un comitato spontaneo si è costituito ed ha raccolto moltissime firme per presentare una petizione popolare e chiedere che nella nuovissima piazzetta di Santa Maria vengano poste con la massima urgenza almeno due panchine terapeutiche in cemento nobilitato come quelle già sistemate nelle altre piazze che tanto successo hanno avuto tra i vecchietti ed anche tra gli occasionali venditori ambulanti che hanno trovato tali panchine molto comode per esporre la loro merce. L'Amministrazione comunale, veramente lusingata ha assicurato che la richiesta verrà evasa con ogni possibile urgenza.

 

Occupazione del potere

Esistono leggi regolamenti e codici deontologici che molto spesso richiamano la necessità di improntare la propria azione a criteri di disincanto ed oggettività, cosicché, per esempio, si vieta al poliziotto di iscriversi ai partiti politici, e si chiede al Presidente della Repubblica di porsi al di sopra dei partiti anche di quel partito che dopo tantissimi anni di militanza gli ha consentito di essere eletto Capo dello Stato.. Lo stesso si chiede a certe cariche che pur essendo conseguibili attraverso i partiti hanno un profilo istituzionale che per essere correttamente interpretato deve essere sganciato da ogni visione di parte. Ma si va oltre perché il sistema pretende giustamente obiettività non solo sostanziale ma anche formale.

E' questo un patrimonio della democrazia di tipo occidentale che pur facendo scaturire il potere da una lotta di parti contrapposte poi tenta con tali criteri di non fare inquinare dalla visione di parte la giusta e corretta gestione del potere. Per certi aspetti questo principio è anche misuratore di democrazia.

La visione del mondo di sinistra e comunista in particolare non è capace per sua intrinseca natura di operare simili astrazioni perché parte dal presupposto di essere l'unica, quella giusta. Un pò come avviene nelle teocrazie.

Nei regimi comunisti (ma anche fascisti e totalitari) esiste la più completa (con-)fusione tra cariche di partito e cariche istituzionali, tra cariche di partito e comando di forze armate.

Questa (con-)fusione implica l'uso degli strumenti detenuti per la carica istituzionale e quelli detenuti per la carica di partito senza particolari scrupoli ritenendo di essere in entrambi i casi strumenti propri e non di servizio..

In termini pratici il nostro sistema richiede al titolare di una carica istituzionale di non operare (con-)fusione tra il suo essere sindaco ed il suo essere esponente di tale partito o congrega.

Questa premessa serve a valutare le distanze dalla democrazia dell'attuale amministrazione modicana non essendo sopportabile che su un manifesto con l'Aquila simbolo della nostra Comunità Modicana, firmato dal Sindaco di Modica e controfirmato dall'Assessore si annuncino delle realizzazioni (non entriamo nel merito) con un titolo "Noi pensiamo ai fatti" ed un sottotitolo "lasciamo agli altri la demagogia e le polemiche".

Questo manifesto o è manifesto del Comune cioè stampato con i soldi nostri, oppure è un manifesto di partito. Nel primo caso deve essere consentito ad un anticomunista di non finanziare campagne politiche del Sindaco e del suo Assessore, nel secondo caso il sindaco non ha il diritto di usare la "carta intestata" ed i simboli della Comunità Modicana per fare le sue campagne elettorali, perché è un inquinare quella "Carta intestata" che è un patrimonio dei cittadini e non del Sindaco.

Appare evidente che le poche lire di un manifesto non cambiano la sostanza delle cose che indica una mentalità di "occupazione del potere" e non l'esercizio del giusto servizio di informare il cittadino di quanto viene realizzato dall'Amministrazione.

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Con maggiore insistenza si va sostenendo che con la caduta del muro di Berlino sono cadute le ideologie ed il comunismo in particolare e con tangentopoli sarebbe scomparsa la democrazia cristiana: a noi tutto questo sembra sospetto. Sembra anche semplicistico dire che non esistendo più un partito definito "democrazia cristiana" non esiste più la cultura che quel partito ha rappresentato per quaranta anni; lo è anche sostenere che sia scomparsa la visione del mondo comunista.

Non si può fare confusione tra forma e sostanza, tra forma e cultura.

Noi riteniamo per esempio, (e vedremo di documentarlo in un piccolo saggio sul quale stiamo lavorando) che l'idea marxista-comunista non abbia mai nella sua storia, almeno in Italia, avuto un suo inveramento così ortodosso come in questo periodo. Questa presenza non è dimostrata dalle dichiarazioni di Bertinotti ma essa si coglie non solo nei DS ma nell'intero schieramento di sinistra (o centrosinistra) dove anche quei confini caratterizzati da aspetti conflittuali che a volte si delinevano tra sinistra DC e PCI ormai sono divenuti così incerti e labili da far divenire i popolari strumentali ad una politica organica di stampo leninista. In questo disegno proprio Rifondazione Comunista presentandosi in maniera nostalgica come l'unica erede dell'idea comunista consente ai DS & compagni di cordata di attuare nella sostanza di imporre una dittatura dolce frullando in unico contenitore la vecchia visione democristiana con l'arroganza leninista.

Nell'altro schieramento la cultura democratico cristiana ha assorbito ogni velleità rivoluzionaria, da terza posizione, del vecchio Movimento Sociale facendo emergere quegli aspetti conservatori e mercantilisti che sono andati a completare l'uomo borghese e dalla razza sfuggente.  (chiuso il 10 aprile 2001)

 

 

 

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Può un fascista sentirsi tradito da un comunista?

Il nostro pezzo scritto mentre ancora non ci sono noti gli esiti delle elezioni sarà letto, invece conoscendone i risultati e, quindi, i vincitori.

Noi, comunque, che siamo in politica testimoni di una visione del mondo e non "tifosi" di una ideologia sappiamo che i vincitori di queste elezioni non sono né Rutelli né Berlusconi, ma un modo di far politica al quale non si sottraggono neanche coloro i quali si sono presentati al grido di "avanti popolo contro l'uno e contro l'altro". Tutta la campagna elettorale sta li a dimostrare che esiste un "modo" che è espressione di una stessa cultura che non ha alternativa. Esiste da un lato una ricchezza spropositata delle quale i comunisti del libero mercato si accorgono solo ora e dall'altro non una contrapposta voglia di una più onesta redistribuzione del reddito nazionale ma un gran desiderio di "leviti tu ca' mi ci mettu iu" e magari al momento si tenta di iniziare la scalata iniziando con le scarpe da un milione.

Qualcuno ci ha rimproverato la presenza nei nostri interventi di un anticomunismo viscerale e, quindi, di conseguenza, in virtù del vecchio schemino comunista siamo stati collocati d'ufficio con Berlusconi. E questa volta costoro hanno detto la verità considerato che questa folle e democraticissima democrazia non ci consente più di votare per un'idea e, quindi, il vecchio schemino da culturale è divenuto una regola ed uno strumento del sistema cui non ci si può opporre, cosicché non essendo possibile votare per un'idea si è costretti a votare almeno contro qualcuno. Infatti, non è vero che si può essere indipendenti dai due poli poiché dovendo uno dei due governare, noi da terza posizione con il nostro atteggiamento elettorale comunque favoriremmo uno dei due e, quindi, ci sia permesso di scegliere almeno il tipo di puzza con la quale convivere.

E' vero che esiste la possibilità di assuefarsi alla puzza, ma noi siamo certi di non cadere in questa pur umana condizione perché ci siamo attrezzati con eccellenti filtri depuratori come Julius Evola, Stefano Zecchi, Pier Paolo Pasolini, Sombart, Codreanu, Ernesto Che Guevara, Alce Nero, Platone, Borges e tanti altri …, eretici come Ricci e Spirito che dalla puzza liberaldemocratica volevano uscirne con una posizione antagonista che i comunisti, dimostrando di essere una costola adamitica del sistema capitalistico ed un suo naturale parassita hanno rinunciato di costituire.

Parassita nel senso pieno e biologico e cioè che vive fino a quando esiste un capitalismo vivo e morirebbe con esso se una seconda (non terza) posizione si affermasse.

Noi siamo figli di una visione spirituale, anticapitalistica, antiborghese, proletaria e comunitaristica che per tanti anni ha cercato di creare un fronte culturalmente antagonista, ma siamo stati sconfitti, da una visione comunista falsamente anticapitalistica, fondamentalmente borghese appartenente allo stesso albero liberaldemocratico del quale ha le stesse radici e le stesse funzioni che ha u masculinu negli alberi del carrubo o del pistacchio.

Il sistema è perfetto perché ha nel suo seno quanto serve; tutto ciò che serve: Idea principale (liberaldemocrazia) e sua contrapposizione (sinistra comunista). Lo scopo, in via di avanzato perfezionamento, è quello del politicamente corretto che sta codificando un pensiero unico da fine della storia e cioè creare un sistema che si presenti apparentemente esaustivo e completo con dei confini culturali oltre i quali deve sembrare non esista null'altro. Capitalismo e comunismo in pratica si son detti: il potere e la cultura che serve per mantenerlo è cosa nostra.

Il tutto avviene nella piena consapevolezza che ormai il popolo dotato di un'anima, un sentire comune un forte senso di appartenenza è stato trasformato in un corpo elettorale manipolabile, rincoglionito campo di esperimenti, ormai convinto che £.199.900 non sono 200.000 ma sono qualcosa di più vicino alle 100.000 lire, al quale con successo si può offrire nei manifesti una spalla ad un Berlusconi o ad un Di Pietro, come esempio di amicizia dei potenti, immagini che costituiscono una forte rivalutazione di quei villani della Contea di Modica, o di quei poveri braccianti che in piazza San Giovanni furono costretti a porsi co' tascu dietro le spalle davanti al signorotto di turno per chiedere un giorno di lavoro per sfamare i propri figli.

Negli anni cinquanta è vero solo i comunisti intervennero per difendere questi nostri padri di piazza San Giovanni, ma è altrettanto vero che ora sappiamo, per come si comportano adesso; ora a Modica dopo quasi nove anni di gestione comunista e di alleati peggiori di loro, ora, dicevamo, sappiamo che anche negli anni cinquanta costoro erano dalla parte del signorotto, e u tascu di quella povera gente è servito ai compagni per arrivare al potere.

E' vero, da queste immagini di piazza San Giovanni dove il signorotto ha assunto varie sembianze, come il caporale di Totò, nasce, lo confessiamo, qualcosa di viscerale specie se fissiamo i nostri ricordi nel 1985 quando nostri amici di infanzia, dirigenti allora ed ora della sinistra comunista, ci rimproverarono che con la nostra presentazione nelle liste del Movimento Sociale Italiano, per la elezione del consiglio comunale, avevamo tradito il partito dei nostri padri operai. I nostri padri dall'aldilà ci stanno osservando e certamente ora posseggono strumenti cognitivi e sapienziali adeguati per verificare chi dei loro figli ha tradito.

Non esistono alibi. Sfogliando il carciofo comunista e liberandolo man mano dalle "foglie" delle prese di posizioni contingenti, di quelle delle frasi fatte, da quelle definite strumentali o dettate da necessità di vincere per poi affermare i principi, da ammiccamenti creati dalle situazioni e così via, alla fine nel suo centro non appare il contadino scamiciato che torna sereno e tranquillo dal campo dopo una giornata di lavoro ma appare un signorotto con baffetti cravatta e scarpe da un milione con il biglietto Roma Londra e ritorno.

Berlusconi è ricco perché non può non essere così. Chi detiene i mezzi di produzione è naturale che si arricchisca come è naturale, se il sistema non riceve correttivi, che dalla ditta individuale si passi all'oligopolio e poi al monopolio. Di cosa ci si meraviglia se poi esistono persone che in un'ora guadagnano quanto una famiglia normale guadagna in un mese?.

Solo lo stato sociale consente che la ricchezza che viene prodotta dal possesso dei mezzi di produzione e (ora più che mai) dalla ricerca tecnologica, si riversi su tutta la comunità nazionale, fuori da questa ipotesi è naturale che sia il privato ad arricchirsi. I comunisti sono anche responsabili della fine delle nazioni quando anziché porsi a favore di un sano nazionalismo lo combatterono: loro teorizzarono ed organizzarono l'internazionalismo politico ed il potere economico le multinazionali.

Berlusconi moralmente è ineccepibile perché è il simbolo e l'archetipo che i comunisti hanno definito e lottato per ottantaquattro anni, è il figlio naturale di un sistema: nessun elemento è assente, nessuna contraddizione. I comunisti sono moralmente esecrabili: goffe scimmie di un mondo che volevano distruggere

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Le stesse radici culturali dei due poli non contrastano con la violenza che ha caratterizzato la campagna elettorale, infatti, tale violenza ci dice che la politica è degradata non ad interessi trascendenti ma a puri interessi di potentati economici e di potere, e la nostra posizione chiaramente anticomunista vuole onorare i milioni di morti che l'idea comunista ha disseminato nel mondo dal 1917 in poi, pari solo alla solo più nota violenza nazista, in secondo luogo deriva dalla constatazione che riteniamo le tecniche commerciali applicate da una delle due parti per imbonire gli italiani meno pericolose dalle tecniche adottate dai comunisti basate sulla mistificazione della realtà, sulla violenza, sulla lotta (eufemismo di odio) di classe, sulla menzogna eretta a sistema che oltre che provocare un ambiente non agibile politicamente ad altre posizioni, nei fatti degradano in termini che potrebbero essere irreversibili i  valori dell'uomo quelli più autentici che la Tradizione ha stratificato … nel suo DNA e Dio ha trasmesso nel suo soffio di vita.. Ma questo sarà oggetto di ulteriori future riflessioni. (chiuso il 10 maggio 2001)

 

 

 

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Teatro Garibaldi: un crollo paranormale

Il crollo verificatosi al teatro Garibaldi si presta a molti commenti. Tra i tanti quello serissimo su quanto poteva accadere se fosse avvenuto durante uno spettacolo, in questo senso siamo stati fortunati, tutti non solo l'Amministrazione ed i progettisti.

Ma occorre dire che con la gioiosità che segue di solito ad uno scampato pericolo che il "crollo" ha un alto valore simbolico che noi al posto degli ulivisti, asinelli e ghiandaioli non sottovaluteremmo: segno premonitore dell'immediato schianto elettorale che senza precedenti si è manifestato il giorno successivo, crollo diciamolo chiaro che ripercorre tutti i sentieri della sfiga, qui non siamo in presenza di cattiva gestione del restauro del Teatro Garibaldi.

L'Inchiesta amministrativa, avviata con una velocità simile a quella del crollo stesso, questa volta non potrà fare chiarezza su nulla, perché essendo scontato che una giunta di sinistra non può per postulato amministrare male e che sotto la sua direzione un fatto del genere non poteva ragionevolmente accadere, non rimane altro che pensare ad un altro livello, si .. lo diciamo… seppure sommessamente, noi riteniamo che occorre muoversi nel campo paranormale ed individuare il perché di tanta sfortuna, sulle cause e su eventuali "attori"che vogliono il male di questa sinistra. In attesa di una "bonifica" dei luoghi noi consiglieremmo ad ulivisti, asinelli e ghiandaioli di soprassedere ad ogni forma di impegno politico fosse anche e solo quello della elezione a capocondomino.

 

La plastica di Corso Umberto, i fiori di plastica al cimitero: l'uomo moderno si presenta!

Sono di plastica anche i nostri amministratori?

Che cosa è la bellezza? il tema è molto importante ed è stato oggetto anche di numerose opere ed interventi di Stefano Zecchi, Sgarbi, Zeri, Piano, Portoghesi ed altri.

Una persona normale avverte le enormi difficoltà che esistono per una sua valutazione e quanto complesso sia individuare i canoni.

Queste difficoltà non sembrano esistere per i nostri politici, amministratori e burocrati che si muovono in questo campo con una spregiudicatezza e presunzione unica. E così assistiamo prima alle loro grandi dichiarazioni da architetti e professori di estetica sulla salvaguardia del centro storico in virtù delle quali impediscono infissi di alluminio e quant'altro e poi consentono nel corso Umberto un fiume di plastica con sedie e tavolini dei bar in pura plastica, l'impiego del cemento nobilitato delle panchine terapeutiche (*)o la falsa terracotta dei vasi di fiori ancora per poco naturali. A quando i fiori di plastica come quelli che si stanno diffondendo con una velocità impressionante al cimitero?

Il senso della bellezza è cultura ed ogni sua mortificazione provoca, riteniamo anche a livello sublimale, lesioni irreversibili nei modelli culturali.

Quando l'uomo dopo aver posto un mazzo di fiori di plastica sulla tomba del proprio genitore (perché siano sempre freschi), porrà in automatico l'accensione, a distanza con un numero dal suo cellulare, di una lampadinetta, (al posto del sorpassato lumino) posta sulla stessa tomba, nel giorno dei morti e nel giorno del santo o della nascita del proprio caro defunto per evitare di dimenticare la ricorrenza ed anche per evitare la ressa al cimitero , ebbene, i politici come quelli che abbiamo, non si tirino fuori perché questi processi di desertificazione culturale cominciano con le panchine terapeutiche

(*) Non la smettermo mai di parlare delle panchine terapeutiche. Tutte le occasioni saranno buone per richiamarle perchè vogliamo che diventino il simbolo di questa amministrazione sedicente ecologista, sedicente luogo della cultura. Esse sono l'emblema della bruttezza e del cattivo gusto ed inquinano l'incanto dei luoghi dove sono state posizionate, esse sono un'offesa ai nostri padri che quei luoghi ci hanno lasciato in eredità.

 

L'ufficio postale impari dalla Banca Agricola Popolare di Ragusa. Per i nostri amministratori è tempo perso?

In vista anche di una serie di interventi che ci porteranno alle elezioni comunali dell'anno prossimo per le quali se matureranno alcune intese vorremmo arrivare con una serie di suggerimenti oggettivamente indiscutibili sulla individuazione di un progetto di governo, vorremmo qui aprire una discussione sullo stretto legame che si dice esistere tra risorse finanziarie e capacità di governo.

In altri termini la capacità di governo è misurabile solo in presenza di risorse finanziarie oppure questa capacità può essere dimostrata anche quando non ci sono soldi?

Ed ancora, esistono problemi che non richiedono particolari risorse finanziarie ma hanno un alto valore sociale e che quindi possono misurare la qualità di governo?.

Questa amministrazione, ed alcuni personaggi in particolare amano ripetere che Modica non ha risorse, ricordiamo che le stesse panchine terapeutiche di cemento nobilitato sono state giustificate col fatto che costavano meno di quelle che potevano costruire i nostri artigiani (cosa che abbiamo dimostrato essere unna falsità).

Ebbene noi riteniamo che le risorse finanziarie sono fondamentali e ciò è tanto assodato da essere banale.

Quando un esponente autorevole del governo della nostra città enuncia questa banalità noi dobbiamo ritenere che di contro tutti i provvedimenti che possono migliorare la qualità della vita, rendere più efficiente la struttura burocratica e quant'altro e che non richiedono grossi investimenti li ha già adottati.

Allora invitiamo i nostri lettori a comunicarci, con tutti mezzi, anche per esperienze dirette maturate, provvedimenti che non richiedono soldi tanto per capirci del tipo che potrebbe adottare la posta centrale la cui direzione è insensibile alla fila di persone che si forma davanti ad i suoi sportelli dove si costringono persone anziane a stare in piedi per ore quando con gli stessi soldi utilizzati per organizzare la fila con l'utilizzo di transenne eleganti di stoffa, avrebbe potuto copiare il collaudato sistema adottato nella vicina filiale della Banca Agricola popolare di Ragusa dove ti prendi il numeretto e poi ti vai a sedere dove ti pare o anche andare a passeggiare sul corso.

Davanti ad una vecchietta che fa la fila con il suo libretto di pensione protetto dalle custodie più strane e bizzarre, dalla busta di plastica alla custodia in stoffa che stanno a dimostrare il rapporto quasi carnale che si è creato tra la persona ed il documento; quella vecchietta che i soldi li vuole vedere in contanti perché non si fida dell'accreditamento, si apre un discrimine perché vie è chi si commuove, si incazza e, quindi, risolve il problema, mentre vi è chi non si accorge neanche del problema e quando qualcuno glielo rende manifesto risponde che la vecchietta ha il tempo di aspettare e comunque non è colpa sua se la vecchietta non si adegua ai tempi moderni chiedendo l'accreditamento della pensione.

Come risulta evidente il discrimine è la sensibilità, è l'amore, non i soldi ed è su questo che dobbiamo cominciare ad incalzare i politici ed i burocrati.

Organizziamoci togliamo ogni alibi a questi mestieranti della politica elenchiamo le cose che non costano nulla e che richiedono solo impegno, amore per la città, orgoglio di essere modicani, voglia di fare, voglia di difendere i propri concittadini dalle angherie della burocrazia.

 

Marciamo in maniera irreversibile verso una nuova dittatura.

Occorre, prima o poi a tutti i livelli aprire una stagione di studi che abbiano come fine l'analisi degli avvenimenti da un punto di vista di microfisica del potere: cosa è il potere, come si sviluppa, come si consolida, quali alleanze richiede, quale rapporti genera, quale rapporto ha con gli organi elettivi ed istituzionali. Sarà necessario chiedersi se …le elezioni sono dei ludi cartacei  fu l'ennesima manifestazione di disprezzo alla democrazia formulata da Mussolini oppure un'indagine sul senso di tale frase, alla luce di quanto avviene ora nel sistema di scelta dei nostri rappresentanti, potrebbe farci scoprire una costante evoluzione del sistema verso posizioni antidemocratiche o quantomeno verso sistemi in cui il consenso che dovrebbe legittimarlo è fortemente inquinato da elementi extrapolitici?.

Una sera di almeno 15 anni fa, in consiglio comunale in un intervento che mirava a sollecitare una analisi da microfisica del potere, dicemmo che dentro la struttura del comune si muovevano delle anime nere che governavano la città a prescindere dalle forze politiche liberamente elette dal popolo. L'intervento venne particolarmente apprezzato dalle forze di sinistra che da poco al potere dopo tanta gestione democristiana ci dissero che era vero e che avrebbero attaccato su questo fronte. Anime nere non per motivi di corruzione ma perché nei fatti inquinavano il rapporto di democrazia che dovrebbe esistere tra eletto ed elettore dal momento in cui il potere di fatto viene gestito da altri. ebbene alcuni uomini della sinistra che allora apprezzarono il nostro intervento e si dichiararono d’accordo anche su alcuni nomi che avrebbero sottoposto a severo controllo con gli eventuali e giusti provvedimenti che il caso avrebbe imposto. Questa epoca passerà alla storia per le grandi azioni di ripulisti annunciate, mai sono state annunciate querele come in questo periodo, mai le montagne hanno partorito tanti topolini. Basta dare un'occhiata su corso Umberto per accorgersi di come certi accoppiamenti tra politici ed amministratori, tra burocrati e politicanti sconfessano quelle iniziali pretese di grandi battaglie segnando un clima in cui o furono dette fesserie allora o si stanno consumando indicibili collusioni adesso.(chiuso il 11 giugno 2001)

 

 

 

 

 

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Rubrica mensile a cura di Carmelo Modica

 

Questa Amministrazione comunale di Modica non distingue il profumo dalla puzza

La nostra rassegna stampa questa volta non è stata ordinata: abbiamo saltato completamente il mese di agosto, abbiamo dato una scorsa ai quotidiani del mese di luglio e di questi primi giorni di settembre. Non abbiamo trovato molto se non due temi che ormai sono inseparabili compagni di questa Amministrazione: immondizia ed eliporto.

Per questa Amministrazione questi due problemi sembrano assumere un valore di identificazione culturale, una sorta di cartina di tornasole perché ci si chiede come può un'amministrazione incapace di volare alto risolvere il problema dell'eliporto e come può un'amministrazione che affonda le sue radici culturali nella marea di plastica (che abbiamo descritto in precedenza) e nel cemento nobilitato delle panchine terapeutiche, risolvere il problema dei rifiuti. Per questa Amministrazione a livello culturale eliminare il problema dei rifiuti sarebbe un suicidio come quel pesce che organizzasse il prosciugamento della palla di vetro dove vive. Questa Amministrazione a noi ci è cara perché sta dimostrando con i fatti che la sensibilità ecologica ed il rispetto della madre terra non è di sinistra, di sinistra vi è solo la esibizione parolaia del rispetto della natura.

E' tanto attenta questa Amministrazione ai problemi ecologici che non si accorge che in tutta la periferia della città (bel biglietto da visita) molti luoghi ove sono ubicati i cassonetti sono divenuti permanenti piccole discariche che appestano l'aria circostante con sacchetti di plastica che sventolano impigliati nei rovi e carcasse di elettrodomestici, vecchi materassi parti di autovetture e quant'altro chiari testimoni anche di come non funziona un servizio di recupero dei rifiuti ingombranti la cui istituzione fu tanto strombazzata da questa Amministrazione. (vocina dell'amministrazione: non abbiamo soldi!)

Questa Amministrazione considera l'assetto del territorio un patrimonio culturale della sinistra ecco perché non riesce a trovare non solo un sito per puzzolenti discariche ma neanche un sito per la discarica di materiale inerte, tanto che in termini logici si deve credere che nel territorio di Modica o l'attività edilizia è ferma e quindi non esiste il problema della discarica di materiale inerte oppure il cittadino o meglio il camionista si arrangia con discariche abusive che però il Comune non vede come quella di vetri nell'atrio dell'ex mattatoio comunale per la quale è stata necessaria una petizione degli abitanti della Vignazza perché il Comune ne prendesse consapevolezza , impiegando (giusto perché è un'amministrazione ecologica) più di un mese per rimuoverla.(vocina dell'amministrazione: non abbiamo soldi!)

Questa Amministrazione in verità democraticamente non fa differenza tra discariche puzzolenti e discariche inodore. Lo confermano gli abitanti della Fiumara che ormai sono convinti che questa Amministrazione sarà di sinistra e di conseguenza ecologica, sarà anche democratica e di conseguenza progressista, sarà antibelusconiana e di conseguenza antifascista, sarà tutto questo e molto di più ma diciamolo chiaro: ha seri problemi nello distinguere il profumo dalla puzza.

 

 

 

Teatro Garibaldi. Timore della sfiga

L'Amministrazione comunale in una seduta, a quanto si è appreso, molto fruttuosa ha stabilito che non ritenendo esaurito il periodo di sfiga (conferma è venuta anche dagli esiti delle due ultime tornate elettorali) nel ripristinare il rosone sulla volta del Teatro, farà fissare, più o meno come nei circhi, una rete a mezza altezza.

Sempre in materia di teatro l'amministrazione non è riuscita a quantizzare il costo del biglietto dei palchi e della Platea per la prossima (non si sale di quale anno) stagione teatrale ma è stato comunque deciso che per le poltroncine sottostanti il rosone è da prevedere uno sconto del 70%.

La riunione pare sia stata caratterizzata da una quasi ossessione: il timore delle responsabilità nel caso in cui il rosone dovesse ricadere ancora una volta.

In questi climi fioriscono le proposte più strane e bizzarre che danno anche una idea dell'atteggiamento mentale dei convenuti ecco perché si deve ritenere che il timore di sfiga deve essere alto se è vero, come qualcuno ci ha, a denti stretti, confidato che tra l'altro in tale riunione con un solo voto di scarto è stata respinta la proposta di uno dei più timorosi tra i presenti che pretendeva di rendere obbligatorio l'uso del casco per gli occupanti le poltroncine sottostanti il rosone killer.

 

 

Questi compagni che sbagliano… sempre…

Dio sa, e chi ci conosce anche, come noi consideriamo ingiusto il provvedimento di Mussolini che elevò Ragusa a capoluogo di provincia, quando nessuno avrebbe avuto, invece,da ridire se il provvedimento avesse in armonia con la storia riconosciuto tale ruolo a Modica.. Questo nostro sentimento trae origine dall'amore che nutriamo nei confronti della nostra città e dal fatto che Modica oggettivamente meritava tale riconoscimento.

Non ci meravigliamo, quindi, che il sindaco Arezzo per gli stessi nostri sentimenti abbia deciso, interpretando i sentimenti dei suoi concittadini, di materializzare in un monumento a Pennavaria una riconoscenza che i marxisti se avessero coraggio dovrebbero anziché criticare, chiedere di sottoporla a referendum popolare anche per verificare quanto la loro protesta è condivisa dai cittadini di Ragusa e di conseguenza quanto sono capaci di interpretare la volontà popolare.

La verità e che i comunisti hanno usato la cronaca per schiacciare la storia, in Ragusa eressero un muro (è la loro specialità) nel 1945 per chiudere alla vista un sacrario alla base della torre del palazzo dell'Intendenza di Finanza, perché simbolo fascista. Questo muro adesso è caduto e non lo ha buttato giù il Sindaco Arezzo né la sua Giunta né la sua maggioranza, lo ha buttato giù la storia, lo ha buttato giù la civiltà che in questo momento ha iniziato un processo possiamo dire, in termini telematici, di "deframmentazione", dove ogni tassello va al suo posto. Tra questi il "sacrario fascista" riprende la sua antica funzione di memoria, memoria dei nostri compatrioti morti in tutte le guerre.

Gli oppositori sono gli stessi che ora riscoprono la Patria e l'amore per l'Italia dopo averla vilipesa per anni, costoro sono gli stessi che sputarono ai nostri padri che tornavano a volte "mutilati" dalla prima guerra mondiale, sono gli stessi che crearono quel clima di violenza che costò tante vite umane negli anni venti.

I Ds nell'ultima campagna elettorale hanno incominciato e concluso i loro comizi elettorali con l'inno di Mameli che fu il grido che rimase strozzato in gola a quei giovani di destra uccisi sulle piazze dai loro genitori (uccidere un fascista non è reato! …ricordate?), questa non è una riscoperta, questa è strumentalizzazione, tornino a bandiera rossa e lascino in pace inni che evocano sentimenti per loro abietti oppure non si limitino a chiedere che il Papa chieda scusa per le crociate e comincino a chiedere scusa per i crimini della loro ideologia, che non perdono nulla della loro natura quando vengono attribuiti a "compagni che sbagliano" perché questi compagni sbaglia oggi sbaglia domani hanno inflitto all'umanità intera un tributo di sangue che fa impallidire lo stesso Hitler.

 

Prima la cultura

Il Sindaco di Chiaramonte Gulfi On. Sebastiano Gurrieri ci ha fatto dono di un libricino che raccoglie gli atti di un convegno svoltosi in Chiaramonte il 20 Giugno 1998 su Telesio Interlandi direttore della rivista fascista "La difesa della razza". Siamo dispiaciuti di non aver partecipato a tale convegno perché abbiamo perduto il profumo di un evento culturale che sta divenendo sempre più raro in un momento in cui da una parte, la sinistra marxista, da sempre ha piegato storia e cultura alle logiche del potere e di una ideologia intrinsecamente criminale e dall'altra, nel momento in cui diviene incontenibile la revisione storica, frange della destra nostalgica e conservatrice, tentano pure azioni di rivincita culturale che finiscono con il manifestare la stessa natura degli avversari.

Il primo pregio del convegno è dato dalla qualità culturale dei relatori che forniscono un approccio esaustivo al problema, consentendo, con la ricche note a piè pagina, anche la possibilità di ulteriori approfondimenti. Noi in questa sede non vogliamo avventurarci nel merito della questione razziale che per essere esaustiva ed organica non può non richiamare anche le considerazioni espresse da Julius Evola che piaccia o meno fanno parte della visione del mondo fascista e che se il regime non fosse stato travolto dalla guerra avrebbero avuto molto più peso nel contesto generale della politica sia in ordine a più corrette elaborazioni culturali sull'argomento, sia in ordine al totale rifiuto di assurde soluzioni operative.

Ma il pregio principale, che in questa sede vogliamo evidenziare, si legge direttamente nell'intervento iniziale del Sindaco che oltre ad evidenziare conoscenza approfondita dell'argomento, cosa estremamente importante, disegna uno scenario di completo distacco e disincanto culturale che è l'unico capace di produrre fatti culturali significativi. La stessa scelta dei relatori che il sindaco ha operato alimenta questa caratteristica che infine trova il suo suggello in quel richiamo ad un "seme" di Sciascia e sappiamo che i "semi" di Sciascia non si manifestano solo con serietà di indagine o garanzia di disincanto ma con una autentica visione del mondo.

Abbiamo le carte in regola per temere accuse di piaggeria nei confronti del Sindaco Gurrieri per quanto stiamo scrivendo. Abbiamo esagerato? Ci viene un solo dubbio: dipende tutto questo dal fatto che il più delle volte leggiamo introduzioni a libri, libretti e raccolta di atti firmati da Sindaci che sono banali, senza senso, formali e quando sembrano decenti, conoscendo i personaggi, ci chiediamo chi poteva scriverglieli?

Certo che quando un intervento come quello del Sindaco Guerrieri passerà inosservato allora la classe politica e la democrazia sarà fuori dalla mediocrità che ora la caratterizza.

 

Girolamo Carpentieri ci vuole infinocchiare

(Questo pezzo lo avevamo scritto il 5 settembre scorso, prima della chiamata del Carpentieri da parte del senatore Minardo e non abbiamo ritenuto di modificarlo perché esso vuole non riferire un fatto di cronaca elettorale ma stigmatizzare una cultura, che la stessa "chiamata" conferma)

Molto spesso leggendo le dichiarazioni di alcuni politici ci si chiede se sono scemi loro o sono fessi i destinatari cui tali dichiarazioni sono rivolte, cioè noi.

Il più delle volte si tratta di frasi fatte, luoghi comuni, banalissime parole, assolutamente false e/o bugiarde. Eppure ad esse si ricorre con frequenza e se ciò è attuato anche da personaggi che vincono le elezioni occorre concludere che anche il falso, la banalità che rasenta la stupidità dà risultati. Se tutto ciò si realizza vuol dire che il politicante sa di avere dei destinatari che per il momento vogliamo definire solamente distratti.

Perché questa premessa. La Sicilia del 3 settembre annuncia che l'Assessore Girolamo Carpentieri si dimetterà entro una settimana per "…gravose incombenze dettate da un carico di lavoro eccessivo in relazione alla mia attività professionale che non mi consentiva di assolvere con il dovuto impregno alle varie funzioni".

E' da ritenere che nell'attività professionale del Carpentieri sono intervenuti impegni gravosi ma anche urgenti se dopo tre anni di impegno ha dato al Sindaco solo una settimana di preavviso e se non può più adempiere il suo mandato negli ormai pochi mesi che mancano al suo termine. Ne pare sia stato possibile cedere ad altri parte dei tanti incarichi ricevuti dal Sindaco Ruta e completare la legislatura.

Si dovrebbe ritenere anche che questo surplus di impegni professionali non gli consentirà alcuna candidatura nei prossimi sei mesi: insomma cari lettori rassegniamoci ma gli impegni del Carpentieri sono divenuti tanti che "il bene della città" di Modica dovrà fare a meno del, suo determinante contributo.

Ebbene questa dichiarazione offende la intelligenza comune, perché non si può ragionevolmente credere ad essa.

Noi in consiglio comunale plaudimmo al primo intervento dell'allora appena neo-eletto consigliere Girolamo Carpentieri per la semplicità e genuinità del suo contenuto e gli augurammo (chissà se lo ricorda) di non perdere mai quella spontaneità giovanile. Con questa dichiarazione il Carpentieri dimostra di essere cresciuto come politicante più di quanto sia cresciuto anagraficamente, in questo senso non ha più niente di giovane: è un vecchio.

Con questa dichiarazione ci vuole infinocchiare. Questa è una manovra in vicinanza delle elezioni, orientata a studiare le reazioni degli avversari, ad ottenere riposizionamenti, cambiamenti di schieramento, ad ottenere non consensi della gente ma posizioni al tavolo degli intrallazzi di partito e di schieramento, mostrare i muscoli fra loro, minacciare migrazioni ed alleanze più o meno eretiche. Dello stesso stampo la lista civica di Di Martino sull'esempio delle migrazioni del Sindaco Ruta che troverebbe difficoltà a dimostrare le ragioni di quel sue entrare ed uscire dai Ds, asinelli e fiori vari senza ripercorrere itinerari culturali per anni rimproverati alle correnti della vecchia democrazia cristiana.

No non crediamo a quanto dichiarato da Girolamo Carpentieri noi siamo certi che alla fine delle manovre dirà:

"…voglio dire ai cittadini che con molto spirito di servizio e nell'interesse primario della nostra cara città di Modica, carne della mia carne, ho ceduto alle pressioni degli amici che mi vogliono candidato…"

Il bello sarà che anche questa fregnaccia passerà inosservata ….e come nel casinò udiremo quel monotono "…forza signori… fate il vostro gioco" e subito dopo "…i giochi sono fatti…". (chiuso il 6 ottobre 2001)

 

 

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Carta Bianca

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Rubrica mensile a cura di Carmelo Modica

Modicani l'anno scorso il futuro è cominciato… ma non finisce qui...

 

Un amico dell'Amministrazione comunale di Modica ci ha fatto pervenire la bozza di una deliberazione che l'Amministrazione ha intenzione di adottare prima di Natale.

 

L'Amministrazione Comunale

Visto: il successo che ha avuto il manifesto affisso lo scorso anno quando questa amministrazione ha fatto gli auguri natalizi con il titolo "Il futuro è già cominciato" dove venivano riprodotte sei foto di altrettante realizzazioni tra le quali spiccavano l'incrocio Carpentieri ed una piazza della zona 167

Volendo: proporre quest'anno un simile manifesto dal titolo "Modicani l'anno scorso il futuro è cominciato, ma non finisce qui.."

Considerato: che questa Amministrazione ha sempre improntato la sua azione alla massima democraticità

Indice

Un referendum popolare per scegliere le sei realizzazioni da indicare in tale manifesto. Tra le tantissime opere che questa amministrazione ha realizzato in questo anno che passerà alla storia come quel formidabile anno 2001

L'Amministrazione

ritiene però di indicarne alcune che gli sembrano le più indicative

1-La realizzazione delle panchine terapeutiche in alcune piazze cittadine che misurano quanto questa amministrazione curi il senso della bellezza

2- Completamento della villa comunale già annunciata l'anno scorso ed impedita da forze conservatrici;

3-La soluzione della discarica dei rifiuti solidi urbani che ha consentito di diminuire i costi di raccolta e di conseguenza la diminuzione della relativa tassa che tutti i cittadini hanno potuto fruire;

4-L'aver risolto il problema della puzza di contrada Fiumara richiedendo agli uffici competenti di catalogare tale puzza tra gli odori ammessi e tutelati come patrimonio culturale

5-Avere reso giustizia alla contrada Sorda. Infatti, in base al principio della pari dignità dei vari quartieri tutte le vie della Sorda sono state rese uguali al blasonato Corso Umberto del centro storico. Il progetto è stato iniziato rendendo di pari qualità il traffico.

 

 

 

Lettera aperta ai trenta leoni di Paolo Oddo

Non vi è democratico che non sostenga che una prima caratteristica della democrazia è quella di sottomettere tutto alla politica, considerato che essa attraverso il consenso esercitato con libere elezioni rende il sistema legittimo. Poi chissà perché, come nel caso dell'eliporto, Consiglio Comunale, Sindaco, Giunta e forze politiche pare si lasciano incaprettare dal concorso di norme, Tar, sentenze, pareri di esperti, creando un sistema in cui l'elemento fondamentale, la realizzazione dell'eliporto è divenuto  un elemento secondario.

Noi vogliamo rovesciare il problema e schematicamente diciamo:

1.La Comunità Modicana aspira a dotarsi di un eliporto (non di una elisuperfice) che abbia i requisiti tecnici per essere fruibile in tutte la condizioni di tempo e tale aspirazione, connessa ad esigenze di protezione civile e di soccorso sanitario, non può sopportare condizionamenti di piani di lottizzazioni o di interessi di privati;

2.A prescindere di eventuali diritti, interessi legittimi o altro, prodotti da eventuali errori di tecnici, Sindaci, Consigli comunali, la Comunità Modicana ha il diritto di essere dotata di tale base eliportuale;

3.In termini tecno-operativi la base eliportuale non può non essere realizzata la dove è stata prevista considerato che se è possibile individuare un'altra area, ugualmente valida da un punto di vista strategico (viabilità, grandi vie di comunicazioni,ecc), non altrettanto può dirsi per la vicinanza dell'ospedale e di quell'importante struttura del palazzo ex Azasi che può essere trasformato in sala situazioni per le operazioni di protezione civile.

4.Ai trenta leoni di Paolo Oddo che siedono in consiglio comunale chiediamo:

Volete oppure no un eliporto accessibile di giorno e di notte, con la neve, con la pioggia, con la nebbia e nelle condizioni peggiori, (tipiche in presenza di calamità)? lo volete efficiente ed efficace vicino all'ospedale, fiancheggiato da una struttura che possa divenire base operativa di  (speriamo mai) operazioni di protezione civile ed in una posizione strategica rispetto alle grandi vie di comunicazioni?

Se volete questo sistema ideale, che è possibile realizzare perché i luoghi, oggi 10 novembre 2001, non sono stati compromessi, abbiate il coraggio di trovare tutte le soluzioni perché tale sistema venga realizzato oppure proponete di trasferire tutto in altra area idonea… compreso…l'ospedale.

Ma ci rendiamo conto che è una offesa all'intelligenza del buon padre di famiglia far sottostare una necessità vitale a condizioni e strettoie giuridiche che non perdono, rispetto alla valenza della realizzazione nel suo complesso, la caratteristica di cavilli, una soluzione che per altro resterebbe economica anche se si volesse risarcire qualche privato che (per noi assurdo) a suo dire lamenta danni economici.

In altri termini, cari consiglieri, vi sembra logico e giusto che la Comunità Modicana deve accontentarsi di una soluzione di ripiego in un settore importantissimo solo perché (ammettiamo che sia così) qualche errore avrebbe fatto sorgere diritti ad un privato?

E meno male che nella nostra classe politica ed Amministrativa e nella struttura burocratica è presente qualche avvocato, altrimenti chissà quali altri errori ancora più gravi sarebbero stati commessi.

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Caro Paolo Oddo qui non è problema di coraggio qui è un problema di sapere interpretare le ansie e le necessità di una Comunità. Non esiste un solo problema serio che questa classe dirigente abbia risolto. Tutti i problemi seri sono bloccati da una ragnatela di indecenti interessi che assumono ora la veste del parere tecnico ora quello della interpretazione della corte dei conti, ora quella del Tar.

E così restano da esibire la piazzetta di Santa Maria, la piazzetta ex Esso in Piazza Corrado Rizzone (a proposito vogliamo darle un nome) o l'Università a Modica, realizzazioni davvero validissime ma, permetteteci, pochissima cosa rispetto al contesto generale.

 

Il terzo giorno il potere inventò le elezioni

In quest'ultimo periodo, forse trascinati dai noti eventi internazionali, abbiamo ripreso alcune letture sul mondialismo e su quelle organizzazione ed associazioni private i cui soci sono detentori del potere economico mondiale, che si riuniscono alla chetichella, a porte chiuse o quasi e discutono degli equilibri mondiali e del nuovo suo ordine.

Quello che rimane anche da rapide letture è la certezza che il vero potere risiede altrove rispetto a quello che appare perché si nota subito che il potere ha una sua evoluzione autonoma rispetto a quella parlamentare ed elettorale.

Le elezioni sembrano più una necessità sociologica che la necessaria sorgente della legittimità del potere costituito.

Le elezioni sembrano avere la stessa funzione del gioco del lotto e degli stadi di calcio. Nel primo caso il potere con lotterie, enalotti, scommesse ed altro fa sfogare i suoi sottomessi e per una necessità sociologica fornisce uno strumento alternativo al gioco d'azzardo, nel secondo caso consente alle masse uno sfogatoio ai suoi istinti più degradati ed alla sua voglia di violenza repressa.

Vi era un'altra necessità sociale e cioè quella di dare alle masse la convinzione di libertà e di autodeterminazione in poche parole di essere l'artefice del proprio destino e fu per questo che con la stessa visione del lotto e degli stadi il potere, inventò le elezioni.  (chiuso il 10 novembre 2001)

 

 

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Carta Bianca

Finestra sul consiglio comunale di Modica e ...dintorni.

Rubrica mensile a cura di Carmelo Modica

 

Libro e panino studente …perfetto

Stiamo valutando la possibilità di cambiare la denominazione della nostra rubrica, perché da un pò di tempo a questa parte, troviamo inutile e noioso seguire i dibattiti del consiglio comunale che ci sembrano senza anima, senza passione dove ogni tanto passa, quasi come una striscia pubblicitaria,  un bel …per il bene della nostra città,  con un presidente del consiglio che giganteggia tanto che può anche permettersi atteggiamenti spesso al limite dell’arroganza che se venissero attuati da uno di destra un bel …fascista… non glielo toglierebbe nessuno.

Il livello non è riuscito ad elevarsi neanche il 28 ottobre scorso quando si è parlato della ubicazione dell’Università; eravamo presenti anche noi ma sono bastati pochi minuti per esaurire la nostra capacità di sopportazione dei luoghi comuni e delle recite dei consiglieri comunali ed al terzo… per il bene della nostra città… ci siamo allontanati rapidamente. 

Una lettera aperta del nostro concittadino Giancarlo Palazzolo che, invece, ha assistito a tutta la seduta ci ha confermato, però,  che anche il nulla dei luoghi comuni e le sottigliezze di quanto si intravede tra le righe dei “poveri” interventi che disegnano banali strategie elettoralistiche, possono essere possibili fonti di riflessione. Infatti, è forse da questo nulla che il Palazzolo schematizza in maniera veramente efficace una auspicabile riorganizzazione della città nel pieno rispetto delle vocazioni delle diverse aree ipotizzando un polo culturale a Modica Alta contrapposto al polo commerciale della Sorda ed un’area di rappresentanza in Modica Bassa.

Su questo schema il Palazzolo sembra ottimista, noi invece no. I consiglieri comunali sono particolarmente sensibili al luogo in cui si tengono i consigli comunali “aperti” come sono sensibili alle categorie di nostri concittadini presenti nell’aula consiliare. Se nell’aula consiliare si presentassero cento cittadini che reclamano l’università in contrada minciucci state tranquilli che nessuno direbbe loro di no, rimanderebbero il punto magari dopo aver approvato un bel ed articolato ordine del giorno a favore dei minciuccesi. Pensate se ora, che per tutta una serie di motivi si è fatta strada l’idea dell’Universita a Modica Alta, sia possibile trovare un solo consigliere disposto a sostenere di ubicare l’università alla sorda o a Modica Bassa. Per coloro che non vogliono l’università a Modica Alta sarà sufficiente parlare, come hanno già fatto, di traffico e posteggi per dire indirettamente che l’università dobbiamo ubicarla altrove. Nessuno fa rilevare che non esiste a Modica, in tutti i suoi quartieri, un parcheggio delle auto organizzato né la buona velocità nella bretella del polo commerciale può far dimenticare che non esiste un angolo dell’abitato di Modica dove non sia difficilissimo parcheggiare ed ancor più circolare. A che serve avere aree di parcheggio se poi non vengono sfruttate. Non esiste un piano di pedonalizzazione della città nonostante l’ottimo progetto di Ciuffini dimostri come questo grande serpentone che da Modica bassa sale verso Modica Alta pone grandi problemi di circolazione ma offre formidabili occasioni per  accorciare le distanze in un organico progetto di pedonalizzazione.

Modica Alta, di tutto il centro storico, è quella che più si presta ad accogliere il polo culturale. Noi vediamo tutto il quartiere con le sue strade piene di studenti dove da San Giovanni a Santa Teresa a San Teodoro al dirupo rosso costituire una vera e propria cittadella universitaria bella e pronta, il tutto contenuto in un cerchio che non supera i 600 metri di diametro nel quale occorre un oculato progetto di pedonalizzazione; cittadella che è già per sua natura ambiente formativo che esiste nei luoghi, nelle sue piazze, nelle sue chiese, nella sua storia in viuzze ed edifici a misura d’uomo, insomma un contesto in cui può nascere quell’”impeto di trascendenza” che il Palazzolo evoca nella sua lettera aperta.

Chissà perché quanto stiamo evocando, forse con molta presunzione, ci fa venire alla mente la parabola di Gesù in cui parla di perle date al posto delle ghiande

Voi vedrete nessuno dirà che non vuole l’università a Modica Alta, sarà sufficiente non realizzare alcun progetto di pedonalizzazione, sarà sufficiente non realizzare le opere proposte da Ciuffini, parlare di traffico oggettivamente problematico e che dire dei posteggi: il resto verrà da solo. Ma perché non sfruttare quei grandi spazi della sorda dove già esistono gli Istituti di scuola di secondo grado. Ma scusate che cosa ce ne fottiamo delle piazze e delle chiese rispetto a quella grandissima chiesa che porta il nome di McDonald’s.

 

 

 

 

Ufficio postale di Modica: le varie forme della violenza
Art. 727 del codice penale(Maltrattamento di animali) recita che Chiunque incrudelisce verso animali senza necessità o li sottopone … a comportamenti e fatiche insopportabili per le loro caratteristiche anche etologiche, o li detiene in condizioni incompatibili con la loro natura o …e' punito con l'ammenda ….Avevamo già segnalato il problema, ci ritorniamo  perchè siamo convinti che se gli animali dovessero fare la fila alla posta per prendere la pensione certamente sarebbero tutelati da tale articolo.
La nostra vuole essere una provocazione, una provocazione indignata perché non è ulteriormente sopportabile vedere vecchiette intruppate in una lunghissima fila per ore ed ore (sarebbe insopportabile anche se fossero cinque minuti). Tutta la scena è allucinante ancor di più se si rileva che 50 metri oltre la banca agricola popolare di Ragusa risolve lo stesso problema in maniera dignitosa ed egregia, così come il più antiquato supermercato. Questo è l’ultimo avviso dopo esporremo regolare denuncia perché quell’animale intelligente che si chiama uomo venga tutelato nelle sue file alla posta ai sensi dell’art.727 del codice penale. Ovviamente ai vertici dell’Amministrazione comunale il problema non interessa perché c’è sempre qualcuno che fa la fila per loro… o magari per loro basta una telefonata…
 

 

Non una sola lira dei modicani per il monumento a Pennavaria

Siamo perfettamente d’accordo con Giorgio Colombo quando dice che non una sola lira della provincia deve essere spesa per il monumento a Filipppo Pennavaria. Noi Modicani rivendichiamo il diritto di non contribuire a fare il monumento ad un personaggio che ha privato Modica di un suo plurisecolare diritto anche se siamo convinti che questa ingiustizia appartiene però al mondo degli uomini e non a quello dei regimi o della politica. Non ci vengano a raccontare che furono estranei ambienti antifascisti di Ragusa Anche dopo il 1945 sono stati perpetrati simili assurdità; e se fosse stato un “furto” di regime perché tutto quel militante antifascismo non provò neanche a riproporre il problema nel 1945? Tutto sommato erano passati appena 18 anni dalla ruberia. (Gli israeliani si sono presentati dopo 2000 anni) Bastava applicare la regola che quanto era stato fatto dal fascismo doveva essere rivisto così come nel 1945 è stata operata la revisione del processo ai fascisti dell’eccidio del dirupo rosso perchè erano stati  assolti nel 1921 (quando il fascismo non era neanche al potere), revisione della Cassazione che come è noto confermò l’assoluzione. Torneremo su questo argomento. Ad ogni buon fine siano i ragusani a farsi il monumento al loro eroe. Noi modicani possiamo contribuire a fare monumenti a personaggi fascisti o antifascisti ma che siano tali per caratura da travalicare gli angusti spazi di un comune e dei sistemi di pensiero per divenire anche nostro patrimonio. Cari camerati di Ragusa Dio sa quanti fascisti esistono o sono esistiti, che noi stimiamo ma credeteci l’essere, o l’essere stati fascisti non è di per se sinonimo di grandezza. Pennavaria se non avesse realizzato questo fatto per la sua città, nessuno di noi lo conoscerebbe, forse neanche voi: E’ vostro tenetevelo fate pure questo monumento ma non chiedete altro.  (chiuso il 12 dicembre 2001)

 

 

 

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